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No alla Turchia, il grido dei giovani padani

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  • No alla Turchia, il grido dei giovani padani

    La Padanian, Italia
    mercoledì 15 dicembre 2004

    I ragazzi della Lega nel cortile dell'Europarlamento a Strasburgo:
    l'Ue cerca invano di fermare la protesta

    No alla Turchia, il grido dei giovani padani


    IGOR IEZZI

    STRASBURGO - I Turchi possono entrare in Europa, ma i Giovani Padani
    non possono manifestare nel cortile dell'Europarlamamento a
    Strasburgo; altrimenti spintoni, urla e manifesti strappati: l'Unione
    europea, un moloch di burocrazia e inefficienza al soldo della
    massoneria internazionale e dei poteri forti, ha cercato, invano, di
    fermare la protesta del movimento Giovani Padani.
    Inutilmente, perché le nuove leve della Lega Nord hanno comunque
    portato la voce del popolo padano alle orecchie dei `potenti' della
    Ue che vogliono minare radicalmente il vecchio continente,
    permettendo l'ingresso di un esercito di nemici islamici, 80 milioni
    di mussulmani con un'età media di 27 anni.
    Nella mattinata di ieri, circa un centinaio di aderenti al movimento
    Giovani Padani e al Movimento universitario padano, ha sonoramente
    bussato alle porte del Parlamento Europeo. Al grido di `no alla
    Turchia in Europa', il Mgp ha sventolato bandiere e issato i
    cartelloni insieme ai ragazzi del Vlaams Belang, l'ex Vlaams Blok, e
    dell'Alsace d'abord nonostante il freddo polare, 0 gradi, e la neve.
    Sebbene la polizia francese avesse autorizzato il presidio nel
    cortile dell'Europarlamento, la security della struttura ha impedito
    l'ingresso dei giovani padani (purtroppo questi figuri non governano
    il moloch continentale, altrimenti poveri turchi...) adducendo come
    scusa ciò che successe due anni fa dopo un'analoga protesta sempre
    dell'Mgp.
    Allora un'europarlamentare diessina provocò i giovani padani, oggi la
    security é intervenuta in anticipo, ferendo in maniera forse
    irreparabile la democrazia.
    «Un sintomo di quanto sia pericolosa e autoritaria l'Europa» ha
    osservato l'europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini.
    L'iniziativa è stata portata avanti comunque, compresa la preghiera e
    la benedizione di Don Ugo alle storiche bandiere europee, quella di
    Lepanto, il Sole delle Alpi e il cuore vandeano.
    «Non vogliamo l'ingresso della Turchia ma il ritorno di Cristo - ha
    detto Don Ugo -. Non tutta la Chiesa é caduta su posizioni
    filoislamiche, cattocomuniste e progressiste. Che la Madonna ci aiuti
    a schiacciare l'islamismo, speriamo che questa preghiera possa essere
    ancora recitata all'ombra del campanile e non sia cancellata
    dall'ombra del minareto».
    Ma i servi delle lobbyes non potevano farla passare liscia ai giovani
    padani. Così all'uscita dal cortile del Parlamento, i custodi del
    potere hanno usato la forza, colpendo due giovani di Varese, tra cui
    una ragazza. Ma era troppo tardi, la missione dei giovani padani era
    stata ormai compiuta.
    `Turkije is niet europees' era lo striscione dei giovani fiamminghi,
    `Turchia in Europa? No, grazie' i cartelli dei giovani padani.
    «La Padania é figlia di chi ha combattuto contro i Turchi - ha detto
    Paolo Grimoldi, coordinatore federale dei giovani padani -. Non
    possiamo permettere che il Paese islamico entri impunemente in
    Europa. Sono estranei al nostro continente e anche se riconoscessero
    il genocidio Armeno e Cipro del Nord, lo rimarrebbero: non erano, non
    sono e non saranno mai europei. La Turchia è di quanto più lontano
    esista dalla civiltà europea».
    Un concetto ribadito da Francesco Enrico Speroni che ha spiegato come
    l'unica possibilità per un maggior legame con la Turchia sia un
    accordo economico. «L'Europa deve essere un'unione politica non una
    società, - ha affermato Speroni - non basta pagare la quota per
    entrarvi». Poi, lo stesso Speroni, ha annunciato che «domenica,
    Umberto Bossi, nella sua veste di europarlamentare ha firmato la
    richiesta di voto segreto sulla relazione della Turchia» «Tengono
    fuori la Padania e fanno entrare i mussulmani» ha ribadito Maurizio
    Parma, consigliere regionale emiliano del Carroccio presente durante
    la manifestazione. «La Turchia non può entrare in Europa - ha
    concluso Philip Clayes, europarlamentare fiammingo, al presidio
    insieme a Frank Vanhecke, presidente del Vlaams Belang e a Spieler,
    presidente degli alsaziani - , questo Paese non c'entra nulla con noi
    né culturalmente né geograficamente. E non dimentichiamo le ragioni
    economiche che ci spingono a contrastare una simile decisione: la
    Turchia ci costerebbe 28 miliardi di euro all'anno, più di tutti i
    paesi dell'Est messi insieme».
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