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Caucaso: Missione Italiana nella nuova frontiera UE

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    ANSA Notiziario Generale in Italiano
    Novembre 21, 2004

    CAUCASO: MISSIONE ITALIANA NELLA NUOVA FRONTIERA UE /ANSA ;
    ON. BONIVER IN ARMENIA, GEORGIA, AZERBAIGIAN

    (di Elisa Pinna)

    (ANSA)- ROMA, 21 NOV - Una missione nella nuova frontiera
    dell'Europa allargata, per consolidare i rapporti sempre piu
    importanti e strategici tra l'Italia e i paesi del Caucaso
    Meridionale. E' questo lo scopo del viaggio che, da domani a
    giovedi' prossimo, il sottosegretario agli Esteri Margherita
    Boniver intraprendera' in Armenia, Georgia e Azeirbagian, le tre
    repubbliche dell'ex Unione Sovietica che occupano la fascia
    montagnosa estesa dal mar Nero ai giacimenti petroliferi del Mar
    Caspio.
    "L'obiettivo principale della visita - ha spiegato l'on.
    Boniver all'Ansa - e' quello di coltivare ulteriormente le gia
    eccellenti relazioni politiche, economiche, culturali tra
    l'Italia e le tre Nazioni". E' la terza missione che, nel giro
    di pochi anni, il sottosegretario agli Esteri effettua in
    quell'area del mondo dove l'era stalinista ha lasciato una
    pesante eredita' di conflitti territoriali, irrisolti
    irredentismi etnici, milioni di profughi; una regione pero
    caratterizzata allo stesso tempo da una voglia profonda di
    democrazia e sviluppo economico.

    Nelle tre capitali caucasiche - prima tappa Ierevan in
    Armenia, seconda tappa Tbilisi in Georgia e terza Baku in
    Azeirbagian- Margherita Boniver avra' colloqui ai massimi
    livelli e incontrera' i tre capi di Stato, anche allo scopo di
    preparare le loro visite in Italia previste per il 2005.
    Strette tra vicini ingombranti, la Russia, l'Iran e la Turchia,
    nessuna delle repubbliche caucasiche ha fatto domanda di entrare
    nell'Unione Europea, ma tutte e tre sono state invitate
    ufficialmente dalla Commissione di Bruxelles, nel giugno 2004, a
    far parte " della politica europea di buon vicinato". "Sono
    la nuova frontiera dell'Europa a venticinque", ha sottolineato
    Margherita Boniver. Sono tre nazioni molto diverse tra loro,
    come tradizione religiosa, sviluppo e risorse economiche,
    strategie e alleanze politiche; eppure le tre capitali
    caucasiche guardano tutte con speranza all'Europa allargata e
    considerano l'Italia un interlocutore privilegiato.

    ARMENIA - La prima tappa del viaggio del sottosegretario agli
    Esteri sara' in Armenia, l'unica nazione del Caucaso meridionale
    a non avere sbocchi sul mare. Il popolo armeno fu il primo a
    convertirsi collettivamente al cristianesimo, nel 301 d.C., e a
    quella religione e' rimasto sempre legato per difendere la
    propria identita' etnica, in una storia di invasioni,
    occupazioni, diaspore che ebbe il suo tragico apice nel
    genocidio compiuto nell'impero ottomano durante la prima guerra
    mondiale. L'Armenia del presente ha ritrovato la sua
    indipendenza dall'ex Urss nel 1991, ma non la sua pace.
    Terremoti, la guerra congelata ma non risolta del Nagorno
    Karabakh (un'enclave dove una minoranza di armeni ha proclamato
    la propria indipendenza dall'Azerbaigian musulmano), i rigidi
    inverni e la disoccupazione hanno costretto un quarto della
    popolazione (circa un milione di persone) ad emigrare in tempi
    recenti. A partire dal nuovo millennio la situazione e' pero
    migliorata; la crescita economica nel 2003 e' stata tra le piu
    alte d'Europa ed ha favorito l'apertura di nuove industrie e
    attivita' commerciali. Anche se non si puo' ancora parlare di
    democrazia perfetta, il presidente della Repubblica Robert
    Khorian riscuote grandi consensi per gli evidenti progressi
    compiuti dal suo paese.

    GEORGIA - Anche la Georgia, nazione cristiana che si affaccia
    sul Mar Nero, nonostante gli indubbi passi avanti, e' ancora
    alla ricerca di una solida stabilita', dopo oltre un decennio di
    drammatici avvenimenti. Subito dopo la proclamazione
    dell'indipendenza, nel 1991, scoppio' infatti la guerra civile
    interna, seguita dalla secessione dell'Abkhazia, regione
    strategica per il passaggio dei gasdotti e oleodotti dal Mar
    Caspio al Mar Nero, ed ancora dai conflitti nell'Ossezia
    meridionale (territorio autonomo interno sotto controllo
    georgiano che vuole riunificarsi all'Ossezia del Nord) e
    nell'Adhzara, altra regione sul Mar Nero a maggioranza
    musulmana, fino all'occupazione da parte dei ribelli ceceni
    della Gola di Pankisi. Con la cosiddetta "rivoluzione delle
    rose" del novembre 2003 contro il regime corrotto di Eduard
    Shevrdnadze, e l'elezione plebiscitaria, nel gennaio 2004, del
    nuovo presidente, Mikhail Saakashvili, avvocato di 37 anni
    formatosi negli Stati Uniti, la Georgia sembra aver dimostrato
    come l'avvento della democrazia nella regione possa trasformarsi
    da lontana speranza in concreta realta'.

    AZERBAIGIAN - L'Azerbaigian, paese a maggioranza musulmana
    sciita ma, a differenza del vicino Iran, assolutamente laico, e
    il piu' ricco degli Stati della Regione. Posa letteralmente su
    un mare di petrolio, e i suoi giacimenti sul Mar Caspio ne fanno
    una delle aree strategiche piu' importanti del momento. La
    costruzione dell'oleodotto Baku-Ceyhan, una commessa da tre
    miliardi di dollari, che portera' a partire dal 2005 il petrolio
    azero al porto di Ceyhan sul Mediterraneo in Turchia (attraverso
    la Georgia), e' vista da molti come un'alternativa interessante
    alle importazioni dal Golfo e dalla Russia. Anche l'Italia, che
    compra una buona parte del suo petrolio dall'Azerbaigian, e
    presente nel consorzio del nuovo oleodotto. Dal punto di vista
    politico, l'Azerbaigian si trova ad affrontare il problema delle
    centinaia di migliaia di profughi provenienti dal Nagorno
    Karabakh e un processo democratico che ancora non puo' dirsi
    compiuto. Al vecchio presidente Heydar Aliyev, e' subentrato,
    alla fine del 2003, il figlio Ilham, in elezioni contestate
    dall'opposizione e dagli osservatori internazionali. Ora tocca
    al giovane capo dello Stato dimostrare la sua capacita' di
    affrancarsi dall'ombra del padre, morto lo scorso anno.(ANSA).

    From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress
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