Schweizerische Depeschenagentur AG (SDA)
SDA - Servizio di base in Italiano
Mag 2, 2005
RIEPILOGO / Svizzera-Turchia: nuova tensione per inchiesta contro
storico negazionista genocidio armeno
ISTANBUL, 2 mag
Un'inchiesta preliminare avviata dalla magistratura di Winterthur
contro lo storico turco Yusuf Halacoglu per presunta negazione del
genocidio armeno ha creato irritazione ad Ankara e nuova tensione
nei rapporti con Berna. Il ministero degli esteri turco ha convocato
l'ambasciatore svizzero, mentre l'ambasciatore turco a Berna ha
protestato presso il Consiglio federale. Le assicurazioni elvetiche
sembrano aver calmato le acque.
Andrej Gnehm, il procuratore di Winterthur responsabile del caso, ha
detto all'ats di aver avviato l'indagine in seguito a una relazione
tenuta da Halacoglu il 2 maggio 2004 nella vecchia caserma cittadina
davanti a un'associazione turca. Gnehm ha aggiunto che disconoscere,
minimizzare o giustificare un genocidio e' un reato perseguibile
d'ufficio, ragione per cui ha dovuto promuovere un'indagine. Dopo
aver chiesto informazioni su Halacoglu, Gnehm vorrebbe interrogarlo,
direttamente o per iscritto, in modo che possa prendere posizione.
Solo in seguito decidera' se formalizzare il procediemento per
discriminazione razziale (articolo 261 bis del codice penale) o
archiviare il caso.
Il ministro degli esteri turco Abdullah Guel, come pure storici
e personalita' di spicco della comunita' armena in Turchia, hanno
manifestato via stampa la loro disapprovazione. "Protestiamo", "(le
autorita' elvetiche) stanno facendo un grave errore", ha detto il
ministro degli esteri turco Abdullah Guel al quotidiano "Huerriyet",
accusando la Svizzera di violare, con questo mancato rispetto dalla
liberta' di opinione, i valori fondamentali europei.
Anche il noto giornalista turco-armeno Hrant Dink ha deplorato
l'azione giudiziaria elvetica. Lo stesso hanno fatto altri giornalisti
e storici che si sono occupati dei massacri commessi dai turchi contro
gli armeni durante la Prima guerra mondiale.
Interpellata dall'ats, l'ambasciata svizzera ad Ankara ha smentito
le notizie apparse sulla stampa turca secondo cui la magistratura
elvetica avrebbe spiccato un mandato di cattura internazionale contro
Halacoglu. Secondo la missione diplomatica, la procura di Winterthur
ha semplicemente chiesto via Interpol maggiori informazioni sullo
storico, uno dei piu' noti sostenitori delle tesi turche sui massacri
del 1915, per i quali Ankara rifiuta la qualifica di "genocidio".
L'informazione e' stata confermata a Berna da Folco Galli, portavoce
dell'Ufficio federale di giustizia.
A sua volta interpellato, il ministero degli esteri turco ha indicato
di aver convocato gia' la settimana scorsa l'ambasciatore elvetico
Walter Gyger mentre l'omologo turco e' intervenuto a Berna presso il
governo svizzero. Le autorita' elvetiche si sono mostrate pienamente
disposte a cooperare, ha detto un portavoce del ministero ad Ankara.
Il governo turco - ha aggiunto il portavoce - si e' tranquillizzato
dopo le spiegazioni svizzere sulla semplice inchiesta preliminare e
sull'assenza di un mandato di cattura internazionale contro Halacoglu,
di modo che lo studioso, presidente della Societa' turca di storia,
rimane libero di viaggiare all'estero. Sugli sviluppi del caso e per
"risolvere il problema" e' stata decisa una stretta cooperazione tra
i due paesi, ha aggiunto il portavoce.
Halacoglu e' uno dei piu' illustri difensori delle tesi turche sui
fatti del 1915. A lui ha fatto capo il governo di Ankara recentemente
in un dibattito parlamentare sulla questione. Secondo lo storico non
c'e' stato genocidio degli armeni, ma soltanto deportazioni, che a
loro volta sono state una reazione delle autorita' alla ribellione
di questo popolo durante la Prima guerra mondiale. Causa principale
di morte fra gli armeni, a suo avviso, sarebbe stata la precaria
situazione dei rifornimenti durante il conflitto. Lo storico sostiene
d'altro canto che ci furono anche molti musulmani uccisi da armeni
(di religione cristiana).
SDA - Servizio di base in Italiano
Mag 2, 2005
RIEPILOGO / Svizzera-Turchia: nuova tensione per inchiesta contro
storico negazionista genocidio armeno
ISTANBUL, 2 mag
Un'inchiesta preliminare avviata dalla magistratura di Winterthur
contro lo storico turco Yusuf Halacoglu per presunta negazione del
genocidio armeno ha creato irritazione ad Ankara e nuova tensione
nei rapporti con Berna. Il ministero degli esteri turco ha convocato
l'ambasciatore svizzero, mentre l'ambasciatore turco a Berna ha
protestato presso il Consiglio federale. Le assicurazioni elvetiche
sembrano aver calmato le acque.
Andrej Gnehm, il procuratore di Winterthur responsabile del caso, ha
detto all'ats di aver avviato l'indagine in seguito a una relazione
tenuta da Halacoglu il 2 maggio 2004 nella vecchia caserma cittadina
davanti a un'associazione turca. Gnehm ha aggiunto che disconoscere,
minimizzare o giustificare un genocidio e' un reato perseguibile
d'ufficio, ragione per cui ha dovuto promuovere un'indagine. Dopo
aver chiesto informazioni su Halacoglu, Gnehm vorrebbe interrogarlo,
direttamente o per iscritto, in modo che possa prendere posizione.
Solo in seguito decidera' se formalizzare il procediemento per
discriminazione razziale (articolo 261 bis del codice penale) o
archiviare il caso.
Il ministro degli esteri turco Abdullah Guel, come pure storici
e personalita' di spicco della comunita' armena in Turchia, hanno
manifestato via stampa la loro disapprovazione. "Protestiamo", "(le
autorita' elvetiche) stanno facendo un grave errore", ha detto il
ministro degli esteri turco Abdullah Guel al quotidiano "Huerriyet",
accusando la Svizzera di violare, con questo mancato rispetto dalla
liberta' di opinione, i valori fondamentali europei.
Anche il noto giornalista turco-armeno Hrant Dink ha deplorato
l'azione giudiziaria elvetica. Lo stesso hanno fatto altri giornalisti
e storici che si sono occupati dei massacri commessi dai turchi contro
gli armeni durante la Prima guerra mondiale.
Interpellata dall'ats, l'ambasciata svizzera ad Ankara ha smentito
le notizie apparse sulla stampa turca secondo cui la magistratura
elvetica avrebbe spiccato un mandato di cattura internazionale contro
Halacoglu. Secondo la missione diplomatica, la procura di Winterthur
ha semplicemente chiesto via Interpol maggiori informazioni sullo
storico, uno dei piu' noti sostenitori delle tesi turche sui massacri
del 1915, per i quali Ankara rifiuta la qualifica di "genocidio".
L'informazione e' stata confermata a Berna da Folco Galli, portavoce
dell'Ufficio federale di giustizia.
A sua volta interpellato, il ministero degli esteri turco ha indicato
di aver convocato gia' la settimana scorsa l'ambasciatore elvetico
Walter Gyger mentre l'omologo turco e' intervenuto a Berna presso il
governo svizzero. Le autorita' elvetiche si sono mostrate pienamente
disposte a cooperare, ha detto un portavoce del ministero ad Ankara.
Il governo turco - ha aggiunto il portavoce - si e' tranquillizzato
dopo le spiegazioni svizzere sulla semplice inchiesta preliminare e
sull'assenza di un mandato di cattura internazionale contro Halacoglu,
di modo che lo studioso, presidente della Societa' turca di storia,
rimane libero di viaggiare all'estero. Sugli sviluppi del caso e per
"risolvere il problema" e' stata decisa una stretta cooperazione tra
i due paesi, ha aggiunto il portavoce.
Halacoglu e' uno dei piu' illustri difensori delle tesi turche sui
fatti del 1915. A lui ha fatto capo il governo di Ankara recentemente
in un dibattito parlamentare sulla questione. Secondo lo storico non
c'e' stato genocidio degli armeni, ma soltanto deportazioni, che a
loro volta sono state una reazione delle autorita' alla ribellione
di questo popolo durante la Prima guerra mondiale. Causa principale
di morte fra gli armeni, a suo avviso, sarebbe stata la precaria
situazione dei rifornimenti durante il conflitto. Lo storico sostiene
d'altro canto che ci furono anche molti musulmani uccisi da armeni
(di religione cristiana).