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Cinema: Per Film "La Fattoria Delle Allodole" Su Genocidio Armeni

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    CINEMA: PER FILM "LA FATTORIA DELLE ALLODOLE" SU GENOCIDIO ARMENI

    ANSA Notiziario Generale in Italiano
    16 Marzo 2006

    Berlusconi Invita I Taviani A Prudenza, Giornale Turco

    (ANSA) - ANKARA, 16 MAR - Silvio Berlusconi avrebbe scritto una
    lettera ai registi Paolo e Vittorio Taviani chiedendo loro di non
    urtare la suscettibilita' dei turchi con 'La fattoria delle allodole',
    il film che stanno per girare sui massacri degli armeni nell'Anatolia
    ottomana del 1915-16, che sposerebbe la tesi armena del "genocidio".

    Lo scrive oggi il giornale turco in inglese 'The New Anatolian',
    lasciando intendere che la lettera del premier sarebbe una risposta
    a passi diplomatici intrapresi di recente sia verso l' Italia, sia
    verso altri paesi europei, annunciati nei giorni scorsi dal ministro
    degli esteri turco, Abdullah Gul.

    Lo stesso giornale riferisce che l'organismo Euroimages del Consiglio
    d'Europa ha deciso di finanziare, con 600 mila euro, il film dei
    Taviani basato su un romanzo della scrittrice italo-armena Antonia
    Aslan, che sposa la tesi del genocidio raccontando una vicenda
    ambientata durante la deportazione forzata degli armeni dell'Impero
    ottomano fino al nord della Siria.

    La decisione di finanziare il film e' stata presa - secondo il giornale
    - durante una riunione dei 32 ministri della cultura del Consiglio
    d'Europa, con l'opposizione del solo ministro turco e l'astensione
    di quello macedone.

    La decisione ha irritato fortemente Ankara, anche perche la
    Turchia partecipa con un contributo annuale di 1 milione di euro
    ai sovvenzionamenti di Euroimages, per cui - sostiene il giornale
    New Anatolian - "la Turchia sta finanziando le tesi armene con il
    proprio denaro".

    Secondo il giornale, il fatto poi che anche la Rai avrebbe deciso
    di finanziare il film avrebbe creato una tensione diplomatica in
    particolare tra Ankara e Roma.

    La tesi turca e' che la deportazione degli armeni da parte del governo
    ottomano degli anni 1915-16 non fu un genocidio perche fu decisa
    come necessaria "misura di guerra" in risposta alla ribellione, su
    istigazione delle potenze europee, degli armeni dell'est anatolico,
    i quali avevano tradito la fedelta' agli ottomani alleandosi con
    l'invasore Russia, attaccando le popolazioni turche e facendo diverse
    centinaia di migliaia di vittime tra queste ultime.

    Sta di fatto che i convogli ferroviari che deportavano gli armeni
    furono attaccati lungo il cammino da forze paramilitari, soprattutto
    curde e - secondo gli armeni - ben 1,5 milioni di armeni (la quasi
    totalita' degli armeni di Anatolia, compresi molti armeni che vivevano
    fuori della regione armena, dove c'era stata la ribellione) furono
    sterminati, per cui - sempre secondo gli stessi armeni - si tratto'
    del "primo genocidio del XX secolo".

    I turchi respingono con sdegno queste cifre, insieme alla qualifica
    di "genocidio" per quei massacri, affermando che ci furono 500-600
    mila morti sia da una parte sia dall'altra, in un conflitto armato
    tra armeni cristiani e turchi musulmani.
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