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Roselli's Book On The World's First Pages (In Italian)

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    ROSELLI'S BOOK ON THE WORLD'S FIRST PAGES

    Il Giornale
    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=313869
    venerdì 12 dicembre 2008
    Italia

    Il libro di Rosselli sulle prime pagine di tutto il mondo

    Da qualche giorno il telefono di Alberto Rosselli, autore del
    libro "L'olocausto armeno" (Edizioni Solfanelli), non smette di
    suonare. In seguito alla pubblicazione della recensione del suo
    volume sulle pagine dell'edizione ligure del Giornale, i media
    di mezza Europa hanno cominciato a cercarlo per saperne di più
    sulle minacce di morte che ha ricevuto, e che continua a ricevere,
    soltanto per aver raccontato come nei primi anni del Novecento un
    milione e mezzo di cristiani armeni vennero massacrati dalle truppe
    islamiche turco-curde. Uomini, donne, vecchi e bambini: l'intera
    popolazione dell'Anatolia, colpevole soltanto di essere cristiana in
    una terra circondata da una maggioranza musulmana, venne barbaramente
    sterminata nei modi più efferati. Rosselli, che nel suo lavoro ha
    descritto minuziosamente quanto accadde in quegli anni, dal 2007 è nel
    mirino di presunti estremisti turchi che a qualunque ora del giorno
    e della notte lo chiamano a casa, sul cellulare e ovunque si trovi,
    minacciandolo di tagliare la gola a lui e a sua moglie. E la storia
    ha cominciato a fare il giro del mondo.

    "In questi giorni mi hanno chiamato la BBC di Londra, il quotidiano
    francese Le Figarò, la redazione nazionale di Sky, la Radio Vaticana e
    Il Foglio - dice Rosselli - Lunedì 8 dicembre, per esempio, l'Armenian
    Television, un'emittente di Stato, ha trasmesso un servizio sul
    mio caso, citando il vostro articolo. Tutto è cominciato dopo
    quella pubblicazione. Per circa una settimana quasi silenzio. Sono
    stato contattato soltanto da qualche amico e conoscente. Poi,
    improvvisamente, la notizia è stata ripresa da numerosi siti
    Internet, che hanno pubblicato per intero la recensione. È stata una
    catena. Proprio di queste ore è la notizia che la Federazione Europea
    degli Armeni, mercoledì 3 dicembre, ha presentato al Parlamento
    Europeo di Bruxelles un rapporto nel quale, citando quanto avete
    scritto voi, ha accostato il mio nome a quello del giornalista turco
    Dogan Ozguden e del professor Ronald Monsch, anche loro minacciati da
    estremisti turchi, per aver parlato pubblicamente del genocidio degli
    armeni. So per certo che, fino ad oggi, l'articolo è stato tradotto
    in inglese, turco e armeno. Ad esempio, c'è stata una pubblicazione
    integrale sul quotidiano on line L'Italo-Europeo, un giornale di
    cultura e approfondimento in italiano e inglese, diffuso in tutti i
    Paesi europei. Ma è arrivato anche Oltreatlantico. In Canada è stato
    pubblicato dal Corriere Italo-Canadese, mentre negli Stati Uniti è
    apparso in inglese su un giornale armeno. Insomma, questa storia ha
    avuto una diffusione che davvero non mi aspettavo".

    Secondo Rosselli, a fare da cassa di risonanza all'articolo del
    Giornale è stata soprattutto la Comunita Armena di Roma che, subito
    dopo aver saputo della pubblicazione, ha diffuso immediatamente il
    testo in tutti i suoi canali mediatici. Uno dei primi a riportare
    l'articolo è stato il sito Zatik dell'Associazione Amicizia
    Italo-Armena, subito seguito da Wikipedia, Thema Notizie, Storia
    Libera, Rarika-Radice Blogspot e tanti altri ancora.

    Senza contare le varie pubblicazioni, quotidiane e periodiche, che
    in qualche modo hanno riportato la notizia un po' ovunque, come ha
    fatto appunto la britannica BBC.

    "Forse - spiega Rosselli - è stato l'effetto Saviano che ha innescato
    tutto questo interesse. Anche se, devo dire, il punto centrale è un
    problema di politica internazionale, quale l'ingresso della Turchia
    in Europa. L'Unione Europea ha posto ad Ankara, come condizione
    imprescindibile per l'integrazione della Turchia, il riconoscimento del
    genocidio da parte di Ankara. Riconoscimento che, detto per inciso, non
    è ancora avvenuto. Non più tardi di martedì 2 dicembre, l'eurodeputata
    olandese Ria Oomen-Ruijten, del Partito Popolare Europeo, ha presentato
    la versione provvisoria del suo rapporto 2008 sulla Turchia alla
    Commissione degli Affari Esteri del Parlamento Europeo. Ed è un
    fatto oggettivamente significativo che questa presentazione sia
    avvenuta tardivamente e davanti ad una sparuta platea di eurodeputati,
    conosciuti per il loro appoggio incondizionato alla Turchia, oltre a
    qualche giornalista dell'Anatolia. L'interesse, voglio dire, non è al
    massimo livello. E il non voler riconoscere l'olocausto armeno, non
    fa altro che peggiorare la posizione turca nei confronti dell'Europa".

    A questo proposito, c'è poi la questione dei Diritti dell'Uomo e
    della liberta d'espressione che, mentre sono considerati di primaria
    importanza in Europa, non altrettanto si può dire che lo siano
    in Turchia. Infatti, sempre secondo fonti della Ue, "la liberta
    d'espressione e la liberta di stampa non sono sempre pienamente
    protetti in Turchia", anche perche non sono pochi i giornalisti
    che vengono perseguitati per le loro idee (come, appunto, Dogan
    Ozguden). Inoltre, spesso, siti Internet scomodi vengono oscurati a
    discrezione del governo turco.

    Ed è proprio in questo contesto che si inserisce il caso dello
    scrittore genovese Alberto Rosselli che, tra l'altro, continua
    regolarmente a ricevere minacce di morte. "Le più fastidiose sono
    quelle notturne - ammette - Verso le due o le tre, il telefono suona
    e dall'altra parte qualcuno mi dice che mi ammazzera. Alcune volte,
    poi, chi parla non conosce bene l'italiano, per cui si fa anche
    fatica a comprendere le parole. Certo è che le voci sono sempre
    diverse. Non so quanto sul serio io debba prendere questi episodi,
    ormai così ricorrenti; però il dubbio che, tra tanti balordi, ci
    possa essere anche qualche estremista particolarmente pericoloso,
    c'è. E sono preoccupato soprattutto per mia moglie".

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