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Armenia: il fattore Kocharyan (The Kocharian Factor)

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  • Armenia: il fattore Kocharyan (The Kocharian Factor)

    Osservatorio Balcani e Caucaso, Italia
    30 novembre 2011



    Armenia: il fattore Kocharyan

    Ilenia Santin
    30 novembre 2011


    Il possibile ritorno sulla scena politica nazionale di Robert
    Kocharyan spinge il presidente Sargsyan ad una raffica di sostituzioni
    tra le alte cariche dello Stato e ad una serie di provvedimenti contro
    gli oligarchi. La situazione economica del Paese, però, continua a
    peggiorare, e l'agenzia di rating Moody's declassa l'Armenia

    Continua in Armenia il conflitto che oppone il partito d'opposizione
    Congresso Nazionale Armeno (ANC), di Levon Ter-Petrosyan, al governo
    del presidente Sargsyan. Il 26 agosto scorso, in seguito all'arresto
    di Tigran Arakelyan, giovane attivista dell'ANC, il partito aveva
    avviato una nuova stagione di mobilitazione permanente, dopo quella
    della primavera scorsa. Alla manifestazione del 30 settembre, Levon
    Ter-Petrosyan aveva infine indetto una protesta non stop per `ottenere
    il rilascio di Arakelyan, spingere il presidente Sargsyan alle
    dimissioni e a indire elezioni anticipate'. La conseguente occupazione
    pacifica di Piazza della Libertà è stata però interrotta
    spontaneamente dal partito l'8 ottobre, ma senza aver ottenuto la
    scarcerazione di Arakelyan né la ripresa dei colloqui col governo.

    Il fattore Kocharyan
    L'intransigenza delle autorità è verosimilmente dovuta all'imminenza
    delle elezioni parlamentari (maggio 2012) e alla preoccupazione
    suscitata dal probabile ritorno dell'ex presidente Robert Kocharyan.
    Il 30 settembre, intervistato dall'agenzia Mediamax, Kocharyan infatti
    non ha escluso un suo ritorno alla politica, e la notizia ha provocato
    tensioni all'interno della coalizione di governo. Kocharyan ha
    chiarito che sono tre i fattori che potrebbero contribuire a un suo
    ritorno sulla scena politica del Paese: `L'assenza di un miglioramento
    stabile e tangibile nell'economia e nel benessere della popolazione;
    la richiesta di un mio ritorno da parte di vari strati della società;
    la mia interiore convinzione che posso migliorare radicalmente la
    situazione'.


    Tende in Piazza della Libertà durante la protesta dell'ANC (Foto Arman Veziryan)
    Per arginare il `rischio Kocharyan', Sargsyan ha provveduto ad alcune
    sostituzioni tra le alte cariche. Il 2 novembre ha offerto al
    presidente dell'Assemblea Nazionale, Hovik Abrahamyan, l'incarico di
    responsabile del partito Repubblicano durante la campagna elettorale.
    Il giorno seguente ha sollevato Mikael Minasyan - suo genero nonché
    suo più stretto confidente - dalla posizione di Vicecapo dello staff
    presidenziale, per affidargli il compito di `aiutare Abrahamyan nella
    preparazione per le prossime elezioni, che sono oggi la priorità',
    come ha dichiarato lo stesso Minasyan a News.am il 3.

    Di nuova nomina anche il sindaco di Yerevan, Taron Margaryan, che dal
    31 ottobre sostituisce il dimissionario Karen Karapetyan. Nonostante
    Karapetyan abbia motivato con `ragioni personali' la decisione di
    dimettersi dopo meno di un anno in carica, si è aperto il dibattito
    sulle cause di tale scelta, che secondo il portale informativo
    Armenialiberty potrebbero risalire `alle decisioni politiche
    impopolari [assunte dall'ex sindaco] come il divieto del commercio
    ambulante... o ai [suoi] rapporti con Kocharyan, durante la cui
    presidenza Karapetyan era divenuto direttore della compagnia armena di
    distribuzione del gas'.

    Lotta agli oligarchi
    A preoccupare ulteriormente Sargsyan è la posizione di Gagik
    Tsarukyan, influente oligarca e leader del partito Armenia Prospera
    (BHK), membro della coalizione di governo composta dal partito
    Repubblicano (HHK) di Sargsyan e dall'`Orinats Yerkir' (OEK). Sono
    noti infatti i legami tra l'oligarca e l'ex presidente. In
    un'intervista al quotidiano Tert.am il 3 ottobre, Tsarukyan ha infatti
    difeso Kocharyan che `ha pieno diritto morale e politico di tornare in
    politica'. La dichiarazione contraddice di fatto l'accordo del 17
    febbraio, con cui BHK e OEK s'impegnavano a sostenere la ricandidatura
    di Sargsyan alle presidenziali del 2013. Sargsyan ha deciso di
    adottare una serie di misure contro Tsarukyan. Innanzitutto, un
    pacchetto di emendamenti sulla riscossione delle imposte per
    riscuotere più tasse dalle grandi compagnie e dai cittadini più
    abbienti. Al congresso dell'Unione degli Industriali e Imprenditori
    armeni a Yerevan, il 9 novembre, il presidente ha poi promesso di
    porre fine al sistema oligarchico. Secondo il giornalista Sargis
    Harutyunyan, di Armenialiberty, `dozzine di deputati del partito
    Repubblicano sono ricchi e in molti credono che Sargsyan intenda
    contare su essi per controllare l'Assemblea Nazionale ed essere
    rieletto [alle presidenziali] nel 2013, ostacolando invece l'ingresso
    di oligarchi di altri partiti alle elezioni parlamentari di maggio
    2012'. Infine, il ministro dell'Educazione Armen Ashotyan ha proibito
    alle università statali di accettare donazioni per borse di studio
    dalla `Fondazione Gagik Tsarukyan': `La Fondazione e altri enti di
    beneficenza che vorranno aiutare gli studenti, dovranno fare domanda
    al ministero che valuterà le proposte', ha spiegato alla conferenza
    stampa del 17 novembre.

    L'attacco di Moody's
    La strategia messa in atto da Sargsyan per contrastare l'avversario
    politico, tuttavia, si ripercuote su altri ambiti. In ambito
    economico, ad esempio, le misure prese potrebbero contribuire allo
    sviluppo del Paese. La lotta all'evasione fiscale infatti, colpendo i
    redditi più alti, `è essenziale per assicurare l'incremento di più del
    13% delle entrate fiscali previste nel progetto di bilancio per il
    2012', ha spiegato il 30 ottobre il Primo ministro Tigran Sargsyan ad
    una conferenza economica organizzata dal Partito repubblicano. `Il
    nostro obiettivo è agevolare le piccole e medie imprese e trasferire
    il carico fiscale sui settori più ricchi'. La lotta al sistema
    oligarchico, invece, `migliorerà lo scenario economico, rimuovendo
    questo grave ostacolo alla crescita', ha assicurato il presidente
    Sargsyan.

    La crescita armena dipende però anche da fattori esterni, come
    confermato dall'agenzia internazionale di rating Moody's, che il 21
    novembre ha abbassato l'outlook sovrano dell'Armenia da `stabile' a
    `negativo'. La decisione riflette `i rischi per le prospettive di
    crescita del Paese nei prossimi anni, dovuti al rallentamento delle
    economie in Europa e Russia... e l'impatto della diminuzione dei prezzi
    delle materie prime sulle industrie armene di estrazione dei metalli'.
    Moody's parla anche di `vulnerabilità economica dell'Armenia' di
    fronte alle deboli prospettive di crescita russa, che si
    ripercuoteranno sulle rimesse inviate dagli armeni che lavorano in
    Russia.

    Libere elezioni
    In ambito politico, però, le iniziative del governo minacciano la
    trasparenza delle prossime elezioni. Nonostante l'8 novembre, a
    Bruxelles, il primo Ministro abbia rassicurato i vertici del partito
    Popolare Europeo sulla conduzione di elezioni `libere ed eque',
    dall'opposizione giungono critiche e appelli. Il 21 novembre Raffi
    Hovhannisyan, leader del partito d'opposizione Eredità, ha indirizzato
    una lettera al presidente Sargsyan suggerendo quindici provvedimenti -
    tra cui la depoliticizzazione delle cariche pubbliche e l'adozione del
    sistema proporzionale - per garantire elezioni trasparenti e una
    competizione equa. `Tali misure sono essenziali per rispettare la
    vostra promessa di condurre le elezioni più democratiche nella storia
    dell'Armenia dall'indipendenza,' suggerisce Hovhannisyan al presidente
    Sargsyan.

    http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Armenia-il-fattore-Kocharyan-108204




    From: A. Papazian
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