Il Sole 24 Ore, Italia
23 dic 2011
Scontro tra Parigi e Ankara sul genocidio armeno
Si aggrava la crisi diplomatica tra Francia e Turchia, con Ankara che
ha richiamato l'ambasciatore e ha cancellato tutti gli incontri di
carattere economico, politico e militare con Parigi.
A causare la levata di scudi un nodo non nuovo nei rapporti tra i due
Paesi, peraltro peggiorati dall'ostilità francese alla richiesta turca
di adesione alla Ue: il genocidio degli armeni, dopo che l'Assemblea
nazionale francese (la camera bassa del Parlamento) ha approvato un
testo di legge che punisce il negazionismo e che sarà ora sottoposto
all'esame del Senato. La vicenda è da sempre parte di un contenzioso
non solo tra Turchia e Armenia (nonostante le parziali aperture
registrate tra i due Paesi negli ultimi tempi), ma anche tra Ankara e
gran parte della comunità internazionale. In discussione c'è il
massacro di alcune centinaia di migliaia di armeni residenti
nell'Anatolia orientale tra il 1915 e il 1916: per gli armeni e gran
parte della storiografia occidentale si trattò di un vero e proprio
genocidio (tra il milione e il milione e mezzo di vittime) messo in
atto da parte dei soldati turchi dell'impero ottomano, per Ankara le
vittime furono meno di 300mila e furono causate dalla guerra, dalla
fame e dalle malattie.
La Francia riconosce per legge il genocidio degli armeni dal 2001; nel
2006 l'Assemblea nazionale approvò una legge in base alla quale
diventava reato negare il genocidio, ma il Senato l'ha bocciata
quest'anno. Il testo che ieri ha avuto il via libera della camera
bassa è stato rielaborato in chiave più generale - punisce infatti con
un anno di carcere e 45mila euro di ammenda la negazione di qualsiasi
genocidio riconosciuto dalla legge francese, compreso quindi
l'Olocausto - probabilmente nella speranza di urtare meno la
suscettibilità di Ankara.
Obiettivo del tutto mancato. Il premier turco Recep Tayyp Erdogan ha
infatti definito la legge «razzista, discriminatoria e xenofoba» e ha
parlato di un passo che provocherà «ferite insanabili» nei rapporti
tra i due Paesi, a suo dire immolati dal presidente francese Nicolas
Sarkozy sull'altare del calcolo politico: fuor di metafora, il voto
armeno alle presidenziali dell'anno prossimo (gli armeni in Francia
sono circa 500mila). Quindi ha fatto sapere che la Turchia avrebbe
annullato tutti gli appuntamenti economici, politici e militari con il
partner Nato e cancellato il permesso ad aerei e navi militari
francesi di far scalo in Turchia.
Il Governo francese, da parte sua, ha sottolineato che la legge non è
ancora in vigore e che Ankara non può imporre sanzioni commerciali
unilaterali. Oggi Parigi è il quinto mercato per le esportazioni
turche e il sesto fornitore mondiale. Il ministro degli Esteri
francese, Alain Juppé, si è detto «dispiaciuto» per la decisione,
sottolineando che «la Turchia è per la Francia un partner strategico»
e invitando a «mantenere aperte le vie del dialogo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MASSACRO DI 96 ANNI FA
Stragi e deportazioni
Tra il 1915 e il 1916 centinaia di migliaia di armeni residenti
nell'Anatolia orientale vengono sterminati. Per gli armeni e gran
parte della storiografia occidentale fu un vero e proprio genocidio
messo in atto dai soldati turchi dell'impero ottomano. Le vittime
sarebbero, per gli storici, oltre un milione. Per la Turchia invece si
tratta di circa 300mila persone morte in una sanguinosa guerra civile
che ha causato perdite da entrambe le parti
Il riconoscimento
Il genocidio armeno fu riconosciuto il 29 agosto 1985, dalla
sottocommissione dei diritti umani dell'Onu, poi, il 18 giugno 1987,
dal Parlamento europeo. Lo stesso passo è stato fatto successivamente
da diversi Paesi occidentali (nel 2001 dalla Francia, dove vive ancora
una delle comunità più numerose)
Oggi nel mondo vivono otto milioni e mezzo di armeni, soprattutto in
Russia, Stati Uniti, Canada, Medio Oriente e appunto Francia (circa
mezzo milione)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-23/scontro-parigi-ankara-genocidio-064441.shtml?uuid=Aahd0tWE
23 dic 2011
Scontro tra Parigi e Ankara sul genocidio armeno
Si aggrava la crisi diplomatica tra Francia e Turchia, con Ankara che
ha richiamato l'ambasciatore e ha cancellato tutti gli incontri di
carattere economico, politico e militare con Parigi.
A causare la levata di scudi un nodo non nuovo nei rapporti tra i due
Paesi, peraltro peggiorati dall'ostilità francese alla richiesta turca
di adesione alla Ue: il genocidio degli armeni, dopo che l'Assemblea
nazionale francese (la camera bassa del Parlamento) ha approvato un
testo di legge che punisce il negazionismo e che sarà ora sottoposto
all'esame del Senato. La vicenda è da sempre parte di un contenzioso
non solo tra Turchia e Armenia (nonostante le parziali aperture
registrate tra i due Paesi negli ultimi tempi), ma anche tra Ankara e
gran parte della comunità internazionale. In discussione c'è il
massacro di alcune centinaia di migliaia di armeni residenti
nell'Anatolia orientale tra il 1915 e il 1916: per gli armeni e gran
parte della storiografia occidentale si trattò di un vero e proprio
genocidio (tra il milione e il milione e mezzo di vittime) messo in
atto da parte dei soldati turchi dell'impero ottomano, per Ankara le
vittime furono meno di 300mila e furono causate dalla guerra, dalla
fame e dalle malattie.
La Francia riconosce per legge il genocidio degli armeni dal 2001; nel
2006 l'Assemblea nazionale approvò una legge in base alla quale
diventava reato negare il genocidio, ma il Senato l'ha bocciata
quest'anno. Il testo che ieri ha avuto il via libera della camera
bassa è stato rielaborato in chiave più generale - punisce infatti con
un anno di carcere e 45mila euro di ammenda la negazione di qualsiasi
genocidio riconosciuto dalla legge francese, compreso quindi
l'Olocausto - probabilmente nella speranza di urtare meno la
suscettibilità di Ankara.
Obiettivo del tutto mancato. Il premier turco Recep Tayyp Erdogan ha
infatti definito la legge «razzista, discriminatoria e xenofoba» e ha
parlato di un passo che provocherà «ferite insanabili» nei rapporti
tra i due Paesi, a suo dire immolati dal presidente francese Nicolas
Sarkozy sull'altare del calcolo politico: fuor di metafora, il voto
armeno alle presidenziali dell'anno prossimo (gli armeni in Francia
sono circa 500mila). Quindi ha fatto sapere che la Turchia avrebbe
annullato tutti gli appuntamenti economici, politici e militari con il
partner Nato e cancellato il permesso ad aerei e navi militari
francesi di far scalo in Turchia.
Il Governo francese, da parte sua, ha sottolineato che la legge non è
ancora in vigore e che Ankara non può imporre sanzioni commerciali
unilaterali. Oggi Parigi è il quinto mercato per le esportazioni
turche e il sesto fornitore mondiale. Il ministro degli Esteri
francese, Alain Juppé, si è detto «dispiaciuto» per la decisione,
sottolineando che «la Turchia è per la Francia un partner strategico»
e invitando a «mantenere aperte le vie del dialogo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MASSACRO DI 96 ANNI FA
Stragi e deportazioni
Tra il 1915 e il 1916 centinaia di migliaia di armeni residenti
nell'Anatolia orientale vengono sterminati. Per gli armeni e gran
parte della storiografia occidentale fu un vero e proprio genocidio
messo in atto dai soldati turchi dell'impero ottomano. Le vittime
sarebbero, per gli storici, oltre un milione. Per la Turchia invece si
tratta di circa 300mila persone morte in una sanguinosa guerra civile
che ha causato perdite da entrambe le parti
Il riconoscimento
Il genocidio armeno fu riconosciuto il 29 agosto 1985, dalla
sottocommissione dei diritti umani dell'Onu, poi, il 18 giugno 1987,
dal Parlamento europeo. Lo stesso passo è stato fatto successivamente
da diversi Paesi occidentali (nel 2001 dalla Francia, dove vive ancora
una delle comunità più numerose)
Oggi nel mondo vivono otto milioni e mezzo di armeni, soprattutto in
Russia, Stati Uniti, Canada, Medio Oriente e appunto Francia (circa
mezzo milione)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-23/scontro-parigi-ankara-genocidio-064441.shtml?uuid=Aahd0tWE