ALIBI Online
15 nov 2011
Tragedia armena e amore per la vita nei sussurri di Vosganian
[Armenian tragedy and love for life in the whispers of Vosganian]
Martedì 15 Novembre 2011 12:39
Non fosse altro che per avvicinare una tragedia ai più sconosciuta
vale la pena leggere Il libro dei sussurri di Varujan Vosganian,
scrittore rumeno di famiglia armena. Il genocidio del suo popolo a
opera dei Turchi è certo uno dei capitoli neri della storia meno
conosciuti. Si dirà, gli Armeni non hanno troppi santi in paradiso,
fors'anche meno dei popoli rom su cui pure è stata sottolineata da
pochi volenterosi la penuria di studi che ne raccontino le sciagure.
Il primo episodio grave a carico del popolo armeno è datato alla fine
dell'Ottocento, ma quello più atroce porta l'anno 1915. I Turchi, con
l'aiuto dei Curdi (adeguatamente sobillati dalla rassicurazione di
spartirsi il loro territorio), punirono il legittimo desiderio di
autonomia degli Armeni (nella stragrande maggioranza cristiani)
incendiando i loro villaggi e passandone migliaia per le armi.
Vosganian ricostruisce queste vicende, le fanfare di guerra che
annunciavano l'arrivo dei predatori, la quiete domestica adusa alla
paura, la consapevolezza di essere destinati a una vita instabile,
incerta. Difatti, venti anni dopo la storia si ripeterà in maniera
ancora peggiore e in un certo senso definitiva. Secondo lo
psicoanalista Luigi Zoja, autore di un libro recente e capitale sulla
Paranoia, i piani di sterminio dei nazisti sugli ebrei erano
`preventivi', quelli dei Turchi sugli Armeni nacquero dall'inconscio
collettivo. Di sicuro, dopo l'arresto e la fucilazione di alcune
centinaia di famiglie armene di Costantinopoli nell'aprile del '15,
tutti gli altri appartenenti alla comunità dovettero abbandonare i
luoghi in cui vivevano e percorrere centinaia di chilometri per
fuggire alla furia dei Turchi.
Vosganian, che è stato in passato un componente importante del governo
del suo paese, ora senatore, in questo che viene considerato un libro
fondamentale dell'odierna Romania (l'editore è Keller), racconta
vicende private e pubbliche di una popolazione mite e sommessa, dalla
storia tragica della quale avrebbe volentieri fatto a meno (sui morti
le cifre sono incerte). Nelle minuziosi ricostruzioni storiche e
soprattutto nelle memoria di una famiglia costretta ad abbandonare le
sua terra, emerge difatti un silente ma acuto amore per la vita.
Il libro a tratti potrebbe sembrare una saga, ma non lo è, perché la
storia che racconta non può consolare granché, nonostante il tono non
sia mai acceso, polemico. Descrive i vecchi quartieri dei poveri
antenati in cui `i segreti venivano raccontati a bassa voce,
sussurrando'. Odori, cibo, storie raccontate dagli anziani per
deliziare i più piccoli e insegnare quel che c'è da insegnare. Poveri
ma amanti della lettura, colti. Il tono passa dal malinconico
all'elegiaco, non si nega il sorriso lieve; il ritmo non sempre
felice. La tragedia incombe (`Nessuno può dire di sapere davvero cosa
sia il silenzio, se non sente sulla schiena il crepitare dell'arma che
viene caricata'), e in un certo senso non finisce con il genocidio di
un secolo fa. Non mancano i collaborazionisti, infatti, come sempre,
persino i negazionisti che hanno le loro intollerabili ragioni - una
sola: l'opportunismo. Del resto, non tutti sono in grado di imparare
la lezione, quella di cui scrive Vosganian: `I guerrieri del mio
popolo mi trasmisero la forza di essere sconfitto, poiché solo i vinti
muoiono davvero per lo loro idee'.
Michele Lupo
Varujan Vosganian
Il libro dei sussurri
Keller Editore
pagine 480
18,50
http://www.alibionline.it/biblioteca/2429-tragedia-armena-e-amore-per-la-vita-nei-sussurri-di-vosganian.html
15 nov 2011
Tragedia armena e amore per la vita nei sussurri di Vosganian
[Armenian tragedy and love for life in the whispers of Vosganian]
Martedì 15 Novembre 2011 12:39
Non fosse altro che per avvicinare una tragedia ai più sconosciuta
vale la pena leggere Il libro dei sussurri di Varujan Vosganian,
scrittore rumeno di famiglia armena. Il genocidio del suo popolo a
opera dei Turchi è certo uno dei capitoli neri della storia meno
conosciuti. Si dirà, gli Armeni non hanno troppi santi in paradiso,
fors'anche meno dei popoli rom su cui pure è stata sottolineata da
pochi volenterosi la penuria di studi che ne raccontino le sciagure.
Il primo episodio grave a carico del popolo armeno è datato alla fine
dell'Ottocento, ma quello più atroce porta l'anno 1915. I Turchi, con
l'aiuto dei Curdi (adeguatamente sobillati dalla rassicurazione di
spartirsi il loro territorio), punirono il legittimo desiderio di
autonomia degli Armeni (nella stragrande maggioranza cristiani)
incendiando i loro villaggi e passandone migliaia per le armi.
Vosganian ricostruisce queste vicende, le fanfare di guerra che
annunciavano l'arrivo dei predatori, la quiete domestica adusa alla
paura, la consapevolezza di essere destinati a una vita instabile,
incerta. Difatti, venti anni dopo la storia si ripeterà in maniera
ancora peggiore e in un certo senso definitiva. Secondo lo
psicoanalista Luigi Zoja, autore di un libro recente e capitale sulla
Paranoia, i piani di sterminio dei nazisti sugli ebrei erano
`preventivi', quelli dei Turchi sugli Armeni nacquero dall'inconscio
collettivo. Di sicuro, dopo l'arresto e la fucilazione di alcune
centinaia di famiglie armene di Costantinopoli nell'aprile del '15,
tutti gli altri appartenenti alla comunità dovettero abbandonare i
luoghi in cui vivevano e percorrere centinaia di chilometri per
fuggire alla furia dei Turchi.
Vosganian, che è stato in passato un componente importante del governo
del suo paese, ora senatore, in questo che viene considerato un libro
fondamentale dell'odierna Romania (l'editore è Keller), racconta
vicende private e pubbliche di una popolazione mite e sommessa, dalla
storia tragica della quale avrebbe volentieri fatto a meno (sui morti
le cifre sono incerte). Nelle minuziosi ricostruzioni storiche e
soprattutto nelle memoria di una famiglia costretta ad abbandonare le
sua terra, emerge difatti un silente ma acuto amore per la vita.
Il libro a tratti potrebbe sembrare una saga, ma non lo è, perché la
storia che racconta non può consolare granché, nonostante il tono non
sia mai acceso, polemico. Descrive i vecchi quartieri dei poveri
antenati in cui `i segreti venivano raccontati a bassa voce,
sussurrando'. Odori, cibo, storie raccontate dagli anziani per
deliziare i più piccoli e insegnare quel che c'è da insegnare. Poveri
ma amanti della lettura, colti. Il tono passa dal malinconico
all'elegiaco, non si nega il sorriso lieve; il ritmo non sempre
felice. La tragedia incombe (`Nessuno può dire di sapere davvero cosa
sia il silenzio, se non sente sulla schiena il crepitare dell'arma che
viene caricata'), e in un certo senso non finisce con il genocidio di
un secolo fa. Non mancano i collaborazionisti, infatti, come sempre,
persino i negazionisti che hanno le loro intollerabili ragioni - una
sola: l'opportunismo. Del resto, non tutti sono in grado di imparare
la lezione, quella di cui scrive Vosganian: `I guerrieri del mio
popolo mi trasmisero la forza di essere sconfitto, poiché solo i vinti
muoiono davvero per lo loro idee'.
Michele Lupo
Varujan Vosganian
Il libro dei sussurri
Keller Editore
pagine 480
18,50
http://www.alibionline.it/biblioteca/2429-tragedia-armena-e-amore-per-la-vita-nei-sussurri-di-vosganian.html