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L'Armenia venti anni dopo

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  • L'Armenia venti anni dopo

    Osservatorio Balcani e Caucaso
    27 settembre 2011

    L'Armenia venti anni dopo

    [Armenia after 20 years]

    Ilenia Santin | Yerevan


    L'Armenia ha celebrato il ventennale dell'indipendenza in un'atmosfera
    di forte divisione interna. L'ex presidente Ter-Petrosyan ha declinato
    l'invito dell'attuale presidente Sargsyan a partecipare alle
    manifestazioni ufficiali, organizzando una commemorazione alternativa.
    Il resoconto della nostra corrispondente

    Il 21 settembre scorso si sono tenute a Yerevan le celebrazioni per il
    ventesimo anniversario dell'indipendenza dell'Armenia dall'Unione
    Sovietica. La cerimonia ufficiale, conclusasi con un'imponente parata
    militare per le strade della capitale e un concerto in Piazza della
    Repubblica, ha visto la partecipazione di ospiti internazionali e
    autorità armene, ad eccezione dei due ex presidenti, Levon
    Ter-Petrosyan e Robert Kocharyan.

    Entrambi avevano ricevuto l'invito a presenziare alla cerimonia
    dall'attuale presidente Sargsyan, il cui gesto aveva suscitato vari
    commenti. `Questi inviti - ha sottolineato il portavoce del partito
    Repubblicano armeno Eduard Sharmazanov a Radio Liberty Armenia il 16
    settembre scorso - dimostrano che il Paese è governato da un
    presidente e da una forza politica che danno precedenza allo Stato e
    alle idee nazionali: stiamo percorrendo la strada del consolidamento
    della nazione e crediamo che le feste nazionali siano un'opportunità
    per tale unità'. L'iniziativa è stata commentata positivamente anche
    dal direttore del Regional Studies Center (RSC), Richard Giragosian,
    che il 19 settembre aveva dichiarato al network Epress.am che
    `l'invito di Sargsyan [...] è stata una mossa simbolica e importante.
    Come Ter-Petrosyan e Kocharyan rispondano, sarà un loro problema o
    un'opportunità per loro'.

    La scelta di Ter-Petrosyan

    Il raduno dell'ANC (Foto Arman Veziryan)
    Mentre Kocharyan ha declinato l'invito perché `momentaneamente fuori
    dal Paese', Ter-Petrosyan ha scelto di celebrare il giorno
    dell'indipendenza con i suoi sostenitori, poiché `l'Armenia è
    governata da un regime cleptocratico', ha dichiarato al network
    Armenialiberty il 21 settembre. Durante la commemorazione alternativa,
    l'ex presidente ha accusato il governo di aver `distrutto'
    l'indipendenza nazionale: `L'Armenia è fortemente dipendente dalle
    potenze straniere. Sfortunatamente, vent'anni dopo il ripristino
    dell'indipendenza, [...] dobbiamo riconquistarcela perché le persone che
    oggi governano il Paese non si sentono indipendenti, continuano a
    considerarsi schiavi degli stranieri. L'Armenia - ha concluso il
    leader dell'Armenian National Congress (ANC) - non sarà veramente
    indipendente finché governata da Serzh Sargsyan'.

    Per Giragosian, invece, il problema è che l'attuale governo dipende
    fortemente dagli oligarchi. Questi ultimi, ha commentato Giragosian ad
    Armenianow alla vigilia dell'anniversario, `evadendo le tasse, sono
    diventati la minaccia numero uno per lo Stato'. Per quanto riguarda il
    dialogo tra governo e opposizione, l'analista ha affermato che `le
    decisioni di oggi si rifletteranno sulle generazioni future. [...] Si
    possono vedere tendenze positive nel dialogo tra opposizione e
    autorità, ma il punto è se questo sia troppo poco e troppo tardi'.

    Le vicende alterne nei rapporti tra l'opposizione e l'amministrazione
    Sargsyan contribuiscono a confermare lo scetticismo dell'esperto.

    Da un lato, l'opposizione parlamentare rappresentata dal partito
    Eredità ha ricominciato a partecipare alle sedute dell'Assemblea
    Nazionale. I deputati dell'Eredità non partecipavano alle sedute del
    Parlamento dallo scorso 28 febbraio, quando avevano abbandonato l'aula
    in segno di protesta per l'accordo tripartito del 17 febbraio, con cui
    Sargsyan si era garantito l'appoggio dei due alleati di governo -
    `Armenia Prospera' (BHK) e `Orinats Yerkir' - alle presidenziali del
    2013. Dopo mesi di boicottaggio, il 13 settembre i cinque deputati del
    Partito hanno fatto il loro ingresso in aula per partecipare alla
    prima seduta della sessione autunnale dell'Assemblea Nazionale. La
    Segretaria del Partito, Larisa Alaverdyan, ha letto una dichiarazione
    in cui annunciava che `i cinque deputati hanno deciso di concludere la
    protesta [...] poiché gli armeni si sono finalmente convinti della
    necessità di cambiamenti sistemici e di un completo cambio di regime
    nel Paese. Questo rende il patto della coalizione di governo
    irrilevante a fini elettorali', ha concluso la Alaverdyan.

    Il presidente del Parlamento, il repubblicano Hovik Abrahamyan, ha
    commentato positivamente la decisione del partito: `In molteplici
    occasioni ho esortato i rappresentanti a partecipare ai lavori
    dell'Assemblea e sono felice che siano tornati', ha riportato
    Armenialiberty il 13 settembre.

    Una nuova campagna di disobbedienza civile

    L'intervento di Ter-Petrosyan (Foto Arman Veziryan)
    Restano invece tesi i rapporti con l'opposizione extraparlamentare a
    causa della detenzione di un giovane attivista dell'ANC. Lo scorso 9
    agosto, sette attivisti del partito di Ter-Petrosyan erano stati
    arrestati dopo uno scontro con la polizia. Secondo la dichiarazione
    dell'ANC, i sette giovani, dopo aver `cercato di fermare alcuni
    poliziotti che volevano verificare arbitrariamente l'identità di altri
    giovani che passeggiavano per il centro', erano stati picchiati e
    condotti alla stazione di polizia.

    Diversa la versione ufficiale resa dal capo della polizia, Alik
    Sargsyan, durante la conferenza stampa dell'11 agosto: `La violenta
    disputa è sorta dopo che alcuni poliziotti avevano ripreso un passante
    con un cane senza museruola. Tigran Arakelyan, uno dei leader dei
    giovani dell'ANC, e altri attivisti, si sono avvicinati agli agenti,
    iniziando a insultarli e provocando una rissa'. Mentre gli altri sei
    sono stati rilasciati nei giorni successivi, su Arakelyan pende
    tuttora l'accusa di aggressione a pubblico ufficiale e teppismo, e
    rischia fino a dieci anni di reclusione. In segno di protesta, il 26
    agosto l'ANC ha sospeso il dialogo col governo: `L'esistenza di
    prigionieri politici rende impossibile la continuazione del dialogo,
    che verrà ripreso con la liberazione di Arakelyan', si legge nel
    comunicato emesso dall'ANC il 26 agosto. Secondo l'opposizione,
    Arakelyan resta in carcere `contrariamente alle rassicurazioni fornite
    dal governo: le autorità dimostrano di non essere pronte a costruire
    relazioni fondate sulla fiducia e mettono in discussione qualsiasi
    possibilità di accordo su questioni di politica interna'. `Tale
    atteggiamento non significa che l'ANC detta le condizioni - ha subito
    ribattuto David Harutiunyan, rappresentante del governo al tavolo dei
    negoziati, ad Armenialiberty - ma che all'ANC manca la volontà
    politica di continuare correttamente questo processo'.

    Oltre alla sospensione degli incontri, Ter-Petrosyan ha avviato una
    campagna di `disobbedienza civile'. Il 9 settembre, un mese dopo
    l'arresto dei sette attivisti, l'ANC è tornato in piazza per chiedere
    il rilascio dell'unico giovane ancora detenuto: `Se Arakelyan verrà
    liberato nei prossimi giorni torneremo al tavolo dei negoziati;
    altrimenti, il dialogo resterà in sospeso e saremo costretti a parlare
    alle autorità con un altro linguaggio [...] quello delle manifestazioni
    più frequenti e della mobilitazione in massa del popolo affinché si
    arrivi ad elezioni anticipate', ha ammonito Ter-Petrosyan dal palco in
    Piazza della Libertà. Nella successiva manifestazione del 23 settembre
    il leader dell'ANC ha reiterato le richieste, dichiarandosi però
    pronto a scendere a patti sulle elezioni anticipate: `ovviamente
    sappiamo che sono difficili da conquistare perciò [...] siamo pronti a
    prendere sul serio qualsiasi compromesso ragionevole da parte delle
    autorità'. L'ex presidente ha confermato la continuazione delle
    manifestazioni - la prossima il 30 - e assicurato `una svolta seria
    nella crisi politica armena tra settembre e ottobre'.

    http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/L-Armenia-venti-anni-dopo-103656



    From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress
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