Osservatorio Balcani e Caucaso, Italia
11 ottobre 2011
Armenia: pronti per il censimento
Nei prossimi giorni si terrà in Armenia il secondo censimento generale
della popolazione. La forte propensione all'emigrazione, in
particolare dei giovani, unita al basso tasso di natalità, potrebbe
mostrare una forte diminuzione del numero dei residenti nel Paese. Il
difficile quadro economico e politico tra le cause delle previsioni
negative
A dieci anni di distanza dal primo, l'Armenia si sta preparando al
prossimo censimento della popolazione. Il governo ha stanziato circa
due milioni di dollari al Servizio Statistico Nazionale (SSNche
effettuerà la raccolta dati tra il 12 e il 21 ottobre prossimi.
Secondo il precedente rilevamento, la popolazione armena ammontava a
poco più di 3 milioni di abitanti, che potrebbero ora essere
sensibilmente diminuiti a causa di due fattori concomitanti: il basso
tasso di natalità e la forte emigrazione. Secondo il `Sondaggio sulle
preferenze riproduttive in Armenia', pubblicato l'11 luglio scorso, il
57% delle famiglie armene desidererebbe 3-4 figli, ma la media di
figli per nucleo familiare si ferma a due. Commentando i risultati
dell'indagine, il capo della sezione armena del Fondo delle Nazioni
Unite per la Popolazione (UNFPA), Garik Hayrapetyan, ha dichiarato
alla Radio Pubblica Armena che `come accade nei Paesi sviluppati, il
tasso di natalità sta gradualmente diminuendo anche in Armenia, che si
trova ad affrontare una serie di sfide demografiche: bassa fertilità,
invecchiamento della popolazione, emigrazione e crescente mortalità'.
Fuga dall'Armenia
Ma è soprattutto l'emigrazione a influire negativamente sulla crescita
del Paese: dai dati raccolti dal SSN tra il 2002 e il 2010, si evince
che il numero di emigranti nel periodo considerato ha di fatto
dimezzato il tasso di incremento naturale della popolazione. La prima
ondata di emigrazione risale agli inizi degli anni novanta, quando il
Paese attraversava una seria crisi energetica durante la guerra in
Nagorno Karabakh. Il trend è proseguito anche negli anni della ripresa
economica: `Negli ultimi tre anni - ha evidenziato Armenialiberty - il
numero di emigrati potrebbe aver raggiunto le centinaia di migliaia,
ben più dei 78 mila ufficiali'. Lo stesso presidente Sargsyan, durante
un incontro di governo sui flussi migratori tenutosi a Yerevan il 20
luglio, ha raccomandato ad esperti e agenzie governative di esaminare
il problema.
La raccomandazione del presidente giunge dopo che il 4 luglio un
gruppo di studenti universitari aveva indirizzato una lettera aperta
alla classe politica, chiedendo un'azione immediata per fermare
l'emigrazione che `sta diventando una catastrofe nazionale'.
L'iniziativa è stata appoggiata anche dal vicedirettore dell'Istituto
di Letteratura di Yerevan, Vardan Devrikyan, che ha denunciato il
`clima di panico': `Ognuno pensa a come partire... questo devasterà il
Paese. Il presidente dovrebbe rispondere pubblicamente alla lettera,
dimostrando di voler vedere il futuro della nostra gente nel nostro
Paese', ha affermato Devrikyan in una conferenza stampa.
In cerca di lavoro
Le cifre sulla disoccupazione spiegano l'esodo dal Paese. Secondo i
dati diffusi dal ministero del Lavoro e degli Affari Sociali in
occasione della riunione di governo del 29 settembre scorso, sono
circa 247.500 gli armeni in cerca di lavoro. `Se partiamo dai dati
ufficiali della popolazione armena, il dato corrisponde a circa il 30%
dei cittadini economicamente attivi ma [...] poiché le stime della
popolazione sono falsate, il livello reale di disoccupazione è più
vicino al 45-50%', ha precisato il network Epress.am.
Meline, ventunenne neolaureata, conferma la difficile situazione: `Non
so ancora se andare all'estero o restare. Adesso in Armenia i giovani
trovano qualche lavoro, ma non da guadagnare abbastanza per vivere
normalmente', ha spiegato ad Osservatorio il 30 settembre. `Anche
all'estero c'è lo stesso problema ma non a questi livelli: qui la
situazione economica è un disastro... i prezzi continuano ad aumentare
ma le persone non guadagnano abbastanza'. Lilit, 19 anni, studia
italiano all'università: `Il futuro più vicino è collegato all'Italia,
ho deciso di continuare a studiare lì... ma poi preferirei tornare a
vivere nel mio Paese'.
I dati contrastanti del settore turistico
Yerevan, Piazza della Repubblica (Foto Ilenia Santin)
Notizie confortanti arrivano invece dal settore turistico, che durante
l'estate ha registrato un aumento di visitatori rispetto all'anno
precedente. Il 17 agosto il responsabile per il turismo del ministero
dell'Economia, Mekhak Apresyan, ha annunciato in una conferenza stampa
che `nel primo semestre dell'anno si è registrato il 15% di turisti in
più rispetto al 2010'. La notizia è stata però contestata da operatori
turistici ed esperti: `Il dato ufficiale prende in considerazione
tutti gli ingressi nel Paese, inclusi gli armeni che lavorano
all'estero e rientrano per le vacanze... Si dovrebbero contare gli
stranieri che pernottano negli hotel: è un dato più obiettivo', ha
riferito Armenialiberty il 17 agosto. Ma il vero problema è un altro:
`Pur ammettendo il continuo aumento di turisti, un più rapido sviluppo
dell'industria turistica armena continua ad essere ostacolata dai
costi sproporzionatamente alti di voli e servizi nel Paese', conclude
Armenialiberty.
Le difficoltà del sistema economico
Le difficoltà di crescita del settore turistico riguardano tuttavia
l'intero sistema economico, come riconosciuto dalla rivista Forbes
che, nella classifica pubblicata il 5 luglio scorso, collocava
l'Armenia tra le peggiori economie del mondo, seconda solo al
Madagascar. `L'economia armena si è ridotta del 15% nel 2009, quando
il boom delle costruzioni finanziate dall'estero si è spento insieme
all'economia mondiale. Con una previsione di crescita mediocre per i
prossimi anni, l'ex repubblica sovietica senza sbocchi sul mare, e
dipendente da Russia e Iran per tutte le forniture energetiche, lotta
per tenere il passo col resto del mondo'. La popolazione armena sta
diventando più povera, denuncia la rivista americana: `Il PIL
procapite, tremila dollari, è meno di un terzo di quello della vicina
Turchia, e l'inflazione galoppa al 7%'.
Gli oligarchi
Secondo Richard Giragosian, direttore del Regional Studies Center
(RSC), l'intero sviluppo del Paese è compromesso dagli oligarchi:
`Grazie ad una serie di cartelli, controllano l'importazione e
l'esportazione di beni chiave e di conseguenza i loro prezzi. Come in
Russia, si tratta di parlamentari: godono quindi di immunità e
influiscono sull'adozione delle riforme. Oltre a essere lo Stato, sono
ora una minaccia per lo Stato stesso, poiché non pagano le tasse e ne
compromettono il funzionamento', ha spiegato in un'intervista al
quotidiano tedesco Neues Deutschland il 26 settembre. Resta una
speranza per il futuro dell'Armenia: `Così come per questi grandi
feudatari è facile essere potenti perché l'Armenia è un Paese piccolo,
ugualmente anche per la popolazione sarebbe relativamente facile
unirsi e rompere il sistema'. Ma per un cambiamento radicale
servirebbe una presa di coscienza collettiva. Così almeno la pensa la
giovane Lilit: `Vorrei far capire alla gente che siamo tutti
responsabili di questa situazione deleteria... e insieme dobbiamo
cambiare per il bene di tutti'. È facile prevedere che il dibattito
sul futuro economico del Paese riprenderà con forza dopo la
pubblicazione dei dati del prossimo censimento.
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Armenia-pronti-per-il-censimento-104284
From: Baghdasarian
11 ottobre 2011
Armenia: pronti per il censimento
Nei prossimi giorni si terrà in Armenia il secondo censimento generale
della popolazione. La forte propensione all'emigrazione, in
particolare dei giovani, unita al basso tasso di natalità, potrebbe
mostrare una forte diminuzione del numero dei residenti nel Paese. Il
difficile quadro economico e politico tra le cause delle previsioni
negative
A dieci anni di distanza dal primo, l'Armenia si sta preparando al
prossimo censimento della popolazione. Il governo ha stanziato circa
due milioni di dollari al Servizio Statistico Nazionale (SSNche
effettuerà la raccolta dati tra il 12 e il 21 ottobre prossimi.
Secondo il precedente rilevamento, la popolazione armena ammontava a
poco più di 3 milioni di abitanti, che potrebbero ora essere
sensibilmente diminuiti a causa di due fattori concomitanti: il basso
tasso di natalità e la forte emigrazione. Secondo il `Sondaggio sulle
preferenze riproduttive in Armenia', pubblicato l'11 luglio scorso, il
57% delle famiglie armene desidererebbe 3-4 figli, ma la media di
figli per nucleo familiare si ferma a due. Commentando i risultati
dell'indagine, il capo della sezione armena del Fondo delle Nazioni
Unite per la Popolazione (UNFPA), Garik Hayrapetyan, ha dichiarato
alla Radio Pubblica Armena che `come accade nei Paesi sviluppati, il
tasso di natalità sta gradualmente diminuendo anche in Armenia, che si
trova ad affrontare una serie di sfide demografiche: bassa fertilità,
invecchiamento della popolazione, emigrazione e crescente mortalità'.
Fuga dall'Armenia
Ma è soprattutto l'emigrazione a influire negativamente sulla crescita
del Paese: dai dati raccolti dal SSN tra il 2002 e il 2010, si evince
che il numero di emigranti nel periodo considerato ha di fatto
dimezzato il tasso di incremento naturale della popolazione. La prima
ondata di emigrazione risale agli inizi degli anni novanta, quando il
Paese attraversava una seria crisi energetica durante la guerra in
Nagorno Karabakh. Il trend è proseguito anche negli anni della ripresa
economica: `Negli ultimi tre anni - ha evidenziato Armenialiberty - il
numero di emigrati potrebbe aver raggiunto le centinaia di migliaia,
ben più dei 78 mila ufficiali'. Lo stesso presidente Sargsyan, durante
un incontro di governo sui flussi migratori tenutosi a Yerevan il 20
luglio, ha raccomandato ad esperti e agenzie governative di esaminare
il problema.
La raccomandazione del presidente giunge dopo che il 4 luglio un
gruppo di studenti universitari aveva indirizzato una lettera aperta
alla classe politica, chiedendo un'azione immediata per fermare
l'emigrazione che `sta diventando una catastrofe nazionale'.
L'iniziativa è stata appoggiata anche dal vicedirettore dell'Istituto
di Letteratura di Yerevan, Vardan Devrikyan, che ha denunciato il
`clima di panico': `Ognuno pensa a come partire... questo devasterà il
Paese. Il presidente dovrebbe rispondere pubblicamente alla lettera,
dimostrando di voler vedere il futuro della nostra gente nel nostro
Paese', ha affermato Devrikyan in una conferenza stampa.
In cerca di lavoro
Le cifre sulla disoccupazione spiegano l'esodo dal Paese. Secondo i
dati diffusi dal ministero del Lavoro e degli Affari Sociali in
occasione della riunione di governo del 29 settembre scorso, sono
circa 247.500 gli armeni in cerca di lavoro. `Se partiamo dai dati
ufficiali della popolazione armena, il dato corrisponde a circa il 30%
dei cittadini economicamente attivi ma [...] poiché le stime della
popolazione sono falsate, il livello reale di disoccupazione è più
vicino al 45-50%', ha precisato il network Epress.am.
Meline, ventunenne neolaureata, conferma la difficile situazione: `Non
so ancora se andare all'estero o restare. Adesso in Armenia i giovani
trovano qualche lavoro, ma non da guadagnare abbastanza per vivere
normalmente', ha spiegato ad Osservatorio il 30 settembre. `Anche
all'estero c'è lo stesso problema ma non a questi livelli: qui la
situazione economica è un disastro... i prezzi continuano ad aumentare
ma le persone non guadagnano abbastanza'. Lilit, 19 anni, studia
italiano all'università: `Il futuro più vicino è collegato all'Italia,
ho deciso di continuare a studiare lì... ma poi preferirei tornare a
vivere nel mio Paese'.
I dati contrastanti del settore turistico
Yerevan, Piazza della Repubblica (Foto Ilenia Santin)
Notizie confortanti arrivano invece dal settore turistico, che durante
l'estate ha registrato un aumento di visitatori rispetto all'anno
precedente. Il 17 agosto il responsabile per il turismo del ministero
dell'Economia, Mekhak Apresyan, ha annunciato in una conferenza stampa
che `nel primo semestre dell'anno si è registrato il 15% di turisti in
più rispetto al 2010'. La notizia è stata però contestata da operatori
turistici ed esperti: `Il dato ufficiale prende in considerazione
tutti gli ingressi nel Paese, inclusi gli armeni che lavorano
all'estero e rientrano per le vacanze... Si dovrebbero contare gli
stranieri che pernottano negli hotel: è un dato più obiettivo', ha
riferito Armenialiberty il 17 agosto. Ma il vero problema è un altro:
`Pur ammettendo il continuo aumento di turisti, un più rapido sviluppo
dell'industria turistica armena continua ad essere ostacolata dai
costi sproporzionatamente alti di voli e servizi nel Paese', conclude
Armenialiberty.
Le difficoltà del sistema economico
Le difficoltà di crescita del settore turistico riguardano tuttavia
l'intero sistema economico, come riconosciuto dalla rivista Forbes
che, nella classifica pubblicata il 5 luglio scorso, collocava
l'Armenia tra le peggiori economie del mondo, seconda solo al
Madagascar. `L'economia armena si è ridotta del 15% nel 2009, quando
il boom delle costruzioni finanziate dall'estero si è spento insieme
all'economia mondiale. Con una previsione di crescita mediocre per i
prossimi anni, l'ex repubblica sovietica senza sbocchi sul mare, e
dipendente da Russia e Iran per tutte le forniture energetiche, lotta
per tenere il passo col resto del mondo'. La popolazione armena sta
diventando più povera, denuncia la rivista americana: `Il PIL
procapite, tremila dollari, è meno di un terzo di quello della vicina
Turchia, e l'inflazione galoppa al 7%'.
Gli oligarchi
Secondo Richard Giragosian, direttore del Regional Studies Center
(RSC), l'intero sviluppo del Paese è compromesso dagli oligarchi:
`Grazie ad una serie di cartelli, controllano l'importazione e
l'esportazione di beni chiave e di conseguenza i loro prezzi. Come in
Russia, si tratta di parlamentari: godono quindi di immunità e
influiscono sull'adozione delle riforme. Oltre a essere lo Stato, sono
ora una minaccia per lo Stato stesso, poiché non pagano le tasse e ne
compromettono il funzionamento', ha spiegato in un'intervista al
quotidiano tedesco Neues Deutschland il 26 settembre. Resta una
speranza per il futuro dell'Armenia: `Così come per questi grandi
feudatari è facile essere potenti perché l'Armenia è un Paese piccolo,
ugualmente anche per la popolazione sarebbe relativamente facile
unirsi e rompere il sistema'. Ma per un cambiamento radicale
servirebbe una presa di coscienza collettiva. Così almeno la pensa la
giovane Lilit: `Vorrei far capire alla gente che siamo tutti
responsabili di questa situazione deleteria... e insieme dobbiamo
cambiare per il bene di tutti'. È facile prevedere che il dibattito
sul futuro economico del Paese riprenderà con forza dopo la
pubblicazione dei dati del prossimo censimento.
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Armenia-pronti-per-il-censimento-104284
From: Baghdasarian