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Il genocidio degli Armeni

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  • Il genocidio degli Armeni

    AgoraVox, Italia
    26 aprile 2012


    Il genocidio degli Armeni

    [The Armenian Genocide]

    Il 24 aprile gli Armeni commemorano il genocidio subito dal loro
    popolo ad opera dei Turchi, il Medz Yeghern, il Grande Male. Il 24
    aprile 1915 il governo dei Giovani Turchi in pieno conflitto mondiale
    ordinò catture e deportazioni del popolo armeno presente sul
    territorio dell'Impero Ottomano. Quello del 24 aprile 1915 fu soltanto
    uno dei massacri che in fasi diverse si perpetrarono ai danni del
    popolo armeno in un momento in cui l'Impero Ottomano era minacciato
    dalla disfatta militare.

    Non sempre, però, c'è stata avversione tra Turchi e Armeni. Per molto
    tempo infatti il popolo armeno fu considerato come una `comunità
    fedele' (Millet-i Sadika) nell'ambito delle varie etnie presenti
    nell'Impero Ottomano. L'ostilità turca nei confronti degli Armeni
    cominciò solamente nella seconda metà del XIX secolo, con l'inizio
    della decadenza dell'Impero Ottomano. Al Congresso di Berlino (1878),
    dopo la sconfitta degli Ottomani ad opera dei Russi, fu bocciata la
    richiesta di costituire una nazione armena, ma si concesse alla Russia
    di `proteggere' gli Armeni in quanto cristiani. Da allora i Turchi
    considerarono gli Armeni nemici per tre motivi: per l'irredentismo
    nascente, perché cristiani e perché protetti dai Russi.

    Le prime persecuzioni iniziarono nel 1894 - 1896, come reazione ad
    alcuni attentati di nazionalisti armeni, e si intensificarono
    nell'aprile del 1915, quando tutti i cittadini turchi di etnia armena
    furono considerati traditori per il contributo dato da alcuni
    informatori armeni alla penetrazione russa nel territorio turco.
    Quando nel maggio successivo le potenze del'Intesa denunciarono i
    massacri con una Dichiarazione congiunta (24 maggio 1915), i Turchi
    per reazione programmarono l'annientamento definitivo del popolo
    armeno. I superstiti dei massacri venivano deportati e fatti marciare
    senza sosta, al solo scopo di stremarli nelle lunghe `marce della
    morte'. I sopravvissuti a queste marce venivano abbandonati nei
    deserti siriaci e mesopotamici. Infine il genocidio fu completato da
    Atatürk, che nel 1923 fondò il nuovo Stato turco sul modello degli
    Stati occidentali, tendente ad avere un'unica, uniforme etnia. Nel
    1923, col Trattato di Losanna, i Turchi si riappropriarono quasi
    totalmente del territorio faticosamente riconosciuto alla Repubblica
    di Armenia dal Trattato di Sévres (1920) dopo la sconfitta ottomana.

    Quella del massacro degli Armeni è una questione spinosa e tutt'altro
    che chiusa, di cui per molto tempo non si è parlato, perché, anche se
    numerosi studi e opere letterarie hanno dimostrato l'esistenza di un
    genocidio (Yves Ternon, Claude Mutafian, Antonia Arslan, Marcello
    Flores, per citarne solo alcuni), ancora oggi il governo turco lo nega
    decisamente. Attualmente la Turchia, oltre a ridimensionare il numero
    delle vittime, nega l'esistenza di un programma sistematico di
    massacri teso a estirpare completamente un'etnia, condizione
    necessaria perché si possa parlare di genocidio, e considera i
    massacri effettivamente avvenuti come semplici episodi di guerra
    civile: in Turchia il semplice accennare al genocidio degli Armeni
    costituisce ancora un reato (cfr. il caso dello storico turco Taner
    Akçam e del premio nobel per la letteratura Orhan Pamuk).

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