Libertiamo.it , Italia
21 giugno 2012
Si vota nel Nagorno-Karabakh, dove tira aria di conflitto tra Armenia
e Azerbaijan
Il 19 luglio prossimo il Caucaso affronterà una scadenza elettorale
misconosciuta ai più ma capace di rinfocolare come non mai le tensioni
della regione di cui si è già avuto modo di parlare da questo
webmagazine. In quella data si terranno, infatti, le quinte elezioni
presidenziali dell'auto-proclamatasi Repubblica dell'Artsakh, quel
territorio al centro di un ventennale conflitto `congelato' tra
Armenia e Azerbaijan.
Malgrado sia attualmente riconosciuto solo da Transnistria, Sud
Ossezia e Abkhazia - a loro volta territori dall'ambiguo status
internazionale - il Nagorno-Karabakh - repubblica `semipresidenziale'
sul modello armeno - gode di un'attiva vita politica interna che,
tuttavia, sta subendo una discreta flessione in termini di diritti
politici e libertà civili. Infatti, secondo l'annuale indagine
delll'ONG Freedom House, attualmente il Nagorno-Karabakh sarebbe `not
free' - a livello quindi dell'Azerbaijan - con un netto peggioramento
rispetto agli anni precedenti che lo vedevano `partly free' con
punteggi a volte superiori alla medesima Armenia. Considerando che un
probabile sviluppo delle trattative condotte tramite il Gruppo di
Minsk dovrà passare per l'inclusione di questo soggetto nei negoziati,
è importante, quindi, che la prossima tornata elettorale possa
esprimere una leadership legittimata a prendere decisioni capaci in
ultima istanza di produrre cambiamenti in tutta l'area caucasica.
Le elezioni presidenziali, che coinvolgeranno tutti i cittadini dell'
`Artsakh' - vale a dire non solo l'area dell'ex oblast sovietico del
Nagorno-Karabakh ma anche i 7 distretti azeri occupati durante il
conflitto in funzione di `cuscinetto' - vedono fondamentalmente due
sfidanti affrontarsi nell'agone politico. Da un lato il `Presidente'
uscente Bako Sahakian, dall'altro il Generale Vitali Balasanian, che
nella guerra del 1991-1994 comandò le truppe armene-nagornine nel
distretto di Askeran e che, in seguito, venne `ricompensato' con una
nomina a vice-ministro della Difesa di Stepanakert. Da notare che
entrambi condividono un forte `background' militare, in quanto
Sahakian, prima di divenire Ministro degli Interni nel 1999, fu uno
dei vice-comandanti delle forze nagornine impegnate nello scontro. La
legittimazione politica ottenuta per meriti `sul campo' non è certo
una novità nell'area, se si pensa che due dei tre Presidenti della
Repubblica di Armenia, ossia Robert Kocharyan e l'attuale Serzh
Sargsyan, sono nati a Stepanaker esercitando nell'Artsakh cariche
politiche di primo piano - il primo ne fu Presidente e il secondo, tra
le altre cose, fu il fondatore dell'esercito nagornino -.
Ufficialmente, la competizione vedrà la partecipazione anche di altri
due contendenti - Arkady Soghomonyan e Valery Khachatryan -, ma sarà
sulle due figure sopra menzionate che si concentrerà la gran parte dei
voti.
La differenza tra i due rivali rimane, comunque, abissale. Secondo un
sondaggio commissionato il 26 e 27 maggio scorso da `Patria Libera' -
il partito vincitore della tornata parlamentare di Stepanakert del
2010 - se Sahakian potrebbe assicurarsi il 30% dei voti, Balasanian
dovrebbe accontentarsi solo del 3.5%. Pur essendo i sondaggi
elettorali in Caucaso poco o nulla affidabili, da questa indagine
condotta dal Centro Indipendente `Sociometer' risulterebbero due
elementi positivi: l'alta partecipazione attesa (84.3% dei votanti) e
il ridotto rischio di brogli elettorali. Quest'ultimo elemento
troverebbe fondamento da un lato nella sicurezza di vittoria
`avvertita' dall' `incumbent' - che non avrebbe incentivi a dare adito
a contestazioni post-elettorali - dall'altro dalla scarsità materiale
di fondi a disposizione del Generale. Considerando, inoltre, che alle
elezioni presidenziali del 2007 Bako Sahakian venne supportato da
quasi tutto l'arco parlamentare, questa tornata si annuncia
all'insegna di un maggior pluralismo essendo Balasanian parlamentare
del `braccio locale' della Federazione Rivoluzionaria Armena
(Dashnaktsutyun).
Di certo, malgrado i programmi dei due candidati non siano ancora
stati resi pubblici - quello del Generale lo sarà a partire da dopo il
20 giugno, data d'inizio della campagna elettorale - non è azzardato
ipotizzare che, come negli anni passati, essi non differiranno che per
poche sfumature da due `linee' essenziali per la `Repubblica'
nagornina: sviluppo economico e riconoscimento internazionale. Se sul
primo punto Sahakian avrà facile gioco a far valere il proprio peso di
`incumbent', per il secondo la strada pare ardua per entrambi.
Malgrado le elezioni del 2010 siano state monitorate da più di 70
osservatori esteri, la comunità internazionale - Unione Europea, OSCE
e Consiglio d'Europa in testa - ha più volte ribadito che l'esercizio
elettorale non potrà essere riconosciuto valido finché l'ambiguo
status della regione non verrà ad essere stabilito per via negoziale.
Ovviamente, questo processo non sarà in alcun modo agevolato
dall'Azerbaijan che continua a vedere il Nagorno-Karabakh come parte
dei propri confini e le autorità di Stepanakert come degli
illegittimati `secessionisti' da combattere con ogni mezzo.
http://www.libertiamo.it/2012/06/21/si-vota-nel-nagorno-karabakh-dove-tira-aria-di-conflitto-tra-armenia-e-azerbaijan/
From: A. Papazian
21 giugno 2012
Si vota nel Nagorno-Karabakh, dove tira aria di conflitto tra Armenia
e Azerbaijan
Il 19 luglio prossimo il Caucaso affronterà una scadenza elettorale
misconosciuta ai più ma capace di rinfocolare come non mai le tensioni
della regione di cui si è già avuto modo di parlare da questo
webmagazine. In quella data si terranno, infatti, le quinte elezioni
presidenziali dell'auto-proclamatasi Repubblica dell'Artsakh, quel
territorio al centro di un ventennale conflitto `congelato' tra
Armenia e Azerbaijan.
Malgrado sia attualmente riconosciuto solo da Transnistria, Sud
Ossezia e Abkhazia - a loro volta territori dall'ambiguo status
internazionale - il Nagorno-Karabakh - repubblica `semipresidenziale'
sul modello armeno - gode di un'attiva vita politica interna che,
tuttavia, sta subendo una discreta flessione in termini di diritti
politici e libertà civili. Infatti, secondo l'annuale indagine
delll'ONG Freedom House, attualmente il Nagorno-Karabakh sarebbe `not
free' - a livello quindi dell'Azerbaijan - con un netto peggioramento
rispetto agli anni precedenti che lo vedevano `partly free' con
punteggi a volte superiori alla medesima Armenia. Considerando che un
probabile sviluppo delle trattative condotte tramite il Gruppo di
Minsk dovrà passare per l'inclusione di questo soggetto nei negoziati,
è importante, quindi, che la prossima tornata elettorale possa
esprimere una leadership legittimata a prendere decisioni capaci in
ultima istanza di produrre cambiamenti in tutta l'area caucasica.
Le elezioni presidenziali, che coinvolgeranno tutti i cittadini dell'
`Artsakh' - vale a dire non solo l'area dell'ex oblast sovietico del
Nagorno-Karabakh ma anche i 7 distretti azeri occupati durante il
conflitto in funzione di `cuscinetto' - vedono fondamentalmente due
sfidanti affrontarsi nell'agone politico. Da un lato il `Presidente'
uscente Bako Sahakian, dall'altro il Generale Vitali Balasanian, che
nella guerra del 1991-1994 comandò le truppe armene-nagornine nel
distretto di Askeran e che, in seguito, venne `ricompensato' con una
nomina a vice-ministro della Difesa di Stepanakert. Da notare che
entrambi condividono un forte `background' militare, in quanto
Sahakian, prima di divenire Ministro degli Interni nel 1999, fu uno
dei vice-comandanti delle forze nagornine impegnate nello scontro. La
legittimazione politica ottenuta per meriti `sul campo' non è certo
una novità nell'area, se si pensa che due dei tre Presidenti della
Repubblica di Armenia, ossia Robert Kocharyan e l'attuale Serzh
Sargsyan, sono nati a Stepanaker esercitando nell'Artsakh cariche
politiche di primo piano - il primo ne fu Presidente e il secondo, tra
le altre cose, fu il fondatore dell'esercito nagornino -.
Ufficialmente, la competizione vedrà la partecipazione anche di altri
due contendenti - Arkady Soghomonyan e Valery Khachatryan -, ma sarà
sulle due figure sopra menzionate che si concentrerà la gran parte dei
voti.
La differenza tra i due rivali rimane, comunque, abissale. Secondo un
sondaggio commissionato il 26 e 27 maggio scorso da `Patria Libera' -
il partito vincitore della tornata parlamentare di Stepanakert del
2010 - se Sahakian potrebbe assicurarsi il 30% dei voti, Balasanian
dovrebbe accontentarsi solo del 3.5%. Pur essendo i sondaggi
elettorali in Caucaso poco o nulla affidabili, da questa indagine
condotta dal Centro Indipendente `Sociometer' risulterebbero due
elementi positivi: l'alta partecipazione attesa (84.3% dei votanti) e
il ridotto rischio di brogli elettorali. Quest'ultimo elemento
troverebbe fondamento da un lato nella sicurezza di vittoria
`avvertita' dall' `incumbent' - che non avrebbe incentivi a dare adito
a contestazioni post-elettorali - dall'altro dalla scarsità materiale
di fondi a disposizione del Generale. Considerando, inoltre, che alle
elezioni presidenziali del 2007 Bako Sahakian venne supportato da
quasi tutto l'arco parlamentare, questa tornata si annuncia
all'insegna di un maggior pluralismo essendo Balasanian parlamentare
del `braccio locale' della Federazione Rivoluzionaria Armena
(Dashnaktsutyun).
Di certo, malgrado i programmi dei due candidati non siano ancora
stati resi pubblici - quello del Generale lo sarà a partire da dopo il
20 giugno, data d'inizio della campagna elettorale - non è azzardato
ipotizzare che, come negli anni passati, essi non differiranno che per
poche sfumature da due `linee' essenziali per la `Repubblica'
nagornina: sviluppo economico e riconoscimento internazionale. Se sul
primo punto Sahakian avrà facile gioco a far valere il proprio peso di
`incumbent', per il secondo la strada pare ardua per entrambi.
Malgrado le elezioni del 2010 siano state monitorate da più di 70
osservatori esteri, la comunità internazionale - Unione Europea, OSCE
e Consiglio d'Europa in testa - ha più volte ribadito che l'esercizio
elettorale non potrà essere riconosciuto valido finché l'ambiguo
status della regione non verrà ad essere stabilito per via negoziale.
Ovviamente, questo processo non sarà in alcun modo agevolato
dall'Azerbaijan che continua a vedere il Nagorno-Karabakh come parte
dei propri confini e le autorità di Stepanakert come degli
illegittimati `secessionisti' da combattere con ogni mezzo.
http://www.libertiamo.it/2012/06/21/si-vota-nel-nagorno-karabakh-dove-tira-aria-di-conflitto-tra-armenia-e-azerbaijan/
From: A. Papazian