IL COMUNE DI BARI: "CI FU GENOCIDIO ARMENO"
La Repubblica
26 gennaio 2013
Italia
la Turchia ora minaccia ritorsioni
Pronta una delibera per riconoscere le "marce della morte".
L'ambasciatore turco scrive al sindaco Emiliano: "Soprassedere per
non rovinare le relazioni tra i due Paesi"di SERENA RUSSO e VINCENZO
CHIUMARULO
"Trattandosi di una questione molto delicata, il console ha bisogno
di tempo per rispondere: vuole pesare ogni parola" per evitare il
rischio di incidente diplomatico. Reagisce così il consolato turco in
Puglia, quando apprende che il Comune di Bari vuol riconoscere come
"genocidio armeno" i fatti accaduti tra il 1915 e il 1916 nell'Impero
turco-ottomano, quando circa 1,2 milioni di armeni furono massacrati
nelle cosiddette "marce della morte". La delibera comunale è depositata
in Presidenza e attende di essere iscritta all'ordine del giorno dei
prossimi Consigli.
La notizia, appena giunta alle orecchie dell'ambasciatore turco
a Roma, Hakki Akil, ha prodotto i primi effetti: una lettera al
sindaco Emiliano, cortese ma con una richiesta decisa: il Comune
deve soprassedere, "questa decisione spetta solo a un Tribunale
competente". Akil è "profondamente colpito" soprattutto "in un
momento in cui le relazioni tra Turchia e Italia sono eccellenti"
ma che potrebbero rovinarsi se Palazzo di citta perseverasse nel suo
intento: "La risoluzione in fase di approvazione dal suo Comune -
scrive - ostacola gli sforzi per l'instaurazione del dialogo tra le
due comunita".
L'incidente diplomatico, insomma, è dietro l'angolo. E l'ambasciatore
invita Emiliano a non "agire come alcuni membri della diaspora armena
che, invece di concentrare i loro sforzi sulla ricerca scientifica dei
fatti effettivamente accaduti, preferiscono adoperarsi per l'adozione
di alcune risoluzioni con l'appoggio di politici che, con la speranza
di guadagnare voti, ignorano oppure non sono in grado di valutare i
diversi aspetti della questione".
Opinioni personali a parte, la storia documenta che, mentre infuriava
la prima guerra mondiale, il governo dei 'Giovani Turchì accusò i circa
due milioni di armeni che vivevano ai confini delI'Impero Ottomano,
di essere alleati della nemica Russia. Per questo, nella notte tra il
23 e il 24 aprile 1915, cominciarono i primi arresti e le deportazioni
di massa degli armeni verso l'Anatolia: molti morirono di stenti,
molti altri furono massacrati lungo la strada.
http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/01/26/news/armeni-51345130/
La Repubblica
26 gennaio 2013
Italia
la Turchia ora minaccia ritorsioni
Pronta una delibera per riconoscere le "marce della morte".
L'ambasciatore turco scrive al sindaco Emiliano: "Soprassedere per
non rovinare le relazioni tra i due Paesi"di SERENA RUSSO e VINCENZO
CHIUMARULO
"Trattandosi di una questione molto delicata, il console ha bisogno
di tempo per rispondere: vuole pesare ogni parola" per evitare il
rischio di incidente diplomatico. Reagisce così il consolato turco in
Puglia, quando apprende che il Comune di Bari vuol riconoscere come
"genocidio armeno" i fatti accaduti tra il 1915 e il 1916 nell'Impero
turco-ottomano, quando circa 1,2 milioni di armeni furono massacrati
nelle cosiddette "marce della morte". La delibera comunale è depositata
in Presidenza e attende di essere iscritta all'ordine del giorno dei
prossimi Consigli.
La notizia, appena giunta alle orecchie dell'ambasciatore turco
a Roma, Hakki Akil, ha prodotto i primi effetti: una lettera al
sindaco Emiliano, cortese ma con una richiesta decisa: il Comune
deve soprassedere, "questa decisione spetta solo a un Tribunale
competente". Akil è "profondamente colpito" soprattutto "in un
momento in cui le relazioni tra Turchia e Italia sono eccellenti"
ma che potrebbero rovinarsi se Palazzo di citta perseverasse nel suo
intento: "La risoluzione in fase di approvazione dal suo Comune -
scrive - ostacola gli sforzi per l'instaurazione del dialogo tra le
due comunita".
L'incidente diplomatico, insomma, è dietro l'angolo. E l'ambasciatore
invita Emiliano a non "agire come alcuni membri della diaspora armena
che, invece di concentrare i loro sforzi sulla ricerca scientifica dei
fatti effettivamente accaduti, preferiscono adoperarsi per l'adozione
di alcune risoluzioni con l'appoggio di politici che, con la speranza
di guadagnare voti, ignorano oppure non sono in grado di valutare i
diversi aspetti della questione".
Opinioni personali a parte, la storia documenta che, mentre infuriava
la prima guerra mondiale, il governo dei 'Giovani Turchì accusò i circa
due milioni di armeni che vivevano ai confini delI'Impero Ottomano,
di essere alleati della nemica Russia. Per questo, nella notte tra il
23 e il 24 aprile 1915, cominciarono i primi arresti e le deportazioni
di massa degli armeni verso l'Anatolia: molti morirono di stenti,
molti altri furono massacrati lungo la strada.
http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/01/26/news/armeni-51345130/