Tempi.it, Italia
25 gennaio 2013
Vahe Jilavyan: «Il Genocidio armeno è una ferita ancora aperta»
gennaio 25, 2013
Matteo Rigamonti Intervista al viceministro armeno per la diaspora che
sabato parteciperà ad un incontro pubblico a Torino. «Dalla Turchia ci
aspettiamo un comportamento corretto»
Il Genocidio armeno è «una ferita che purtroppo non è ancora
rimarginata, a causa del mancato riconoscimento da parte della
Turchia», sebbene si tratti di una «verità storica» che «la comunità
internazionale ha più volte dato esempio di riconoscere». A parlare è
il viceministro armeno per la diaspora Vahe Jilavyan, che sabato sera,
26 gennaio, interverrà alla Winter School dell'associazione
`Difendiamo il futuro' a Cherasco (Cn). Jilavyan, sempre sabato 26
gennaio, interverrà anche alle 12, presso la Sala delle Colonne del
Palazzo civico di Torino, in occasione di un incontro con Piero
Fassino, sindaco della Città di Torino e Silvio Magliano,
vicepresidente vicario del consiglio comunale.
Viceministro Jilavyan, quali sono oggi le proporzioni del fenomeno
della diaspora armena?
Su una popolazione totale di 10 milioni di armeni, oggi abbiamo una
popolazione di 3 milioni in Armenia mentre gli armeni della diaspora
sono circa 7 milioni.
Gli armeni in diaspora dove vivono?
Le più importanti comunità armene della diaspora si trovano in Russia
(circa 3 milioni), negli Stati Uniti (circa 1,75 milioni) e in Francia
(circa 600 mila).
Che cosa vuol dire vivere oggi la diaspora?
Lottare per la conservazione della propria cultura e delle tradizioni
cercando di mantenere i legami con la patria.
La ferita del Genocidio armeno è ancora aperta a quasi cent'anni di
distanza o si è rimarginata?
La ferita purtroppo non è rimarginata a causa del mancato
riconoscimento del Genocidio armeno da parte della Turchia. La
comunità internazionale invece ha più volte dato esempio di
riconoscimento della verità storica, anche a livello locale, come nel
caso del recente riconoscimento da parte del comune di Torino avvenuto
il 6 febbraio 2012.
Le persone e/o le comunità armene sparse per il mondo sperano ancora
di tornare nella loro terra?
Le persone ormai sono profondamente radicate nei rispettivi paesi che
li hanno accolti e, appartenendo alla terza generazione, sono
completamente integrate nelle rispettive società. Anche se pensiamo
che numerosi armeni gradirebbero fare rientro nella terra dei propri
avi.
Cosa vi aspettate dalla Turchia? In quale obiettivo `minimo' di
riconoscimento sperate?
Dalla Turchia ci aspettiamo un comportamento corretto sulla strada del
riconoscimento della verità storica; cosa, peraltro, già fatta da
diversi Stati nel mondo e da circa una settantina di amministrazioni
locali sparse per l'Italia.
L'Armenia è un paese a metà strada tra la Russia e il Medio Oriente ma
con una storia legata a doppio filo con l'Europa contemporanea: come
si colloca oggi nel contesto delle relazioni tra Stati? A chi vi
sentite più vicini?
Essendo il primo paese al mondo ad avere adottato nel 301 il
cristianesimo come religione di Stato e per le ragioni storiche che
lei ha citato, l'Armenia mantiene i suoi rapporti tradizionali con la
Russia, per quanto riguarda i campi dell'economia e quello militare, e
con l'Europa in tutti i settori.
Noi tutti conosciamo personaggi del mondo dello spettacolo come Kim
Kardashian, Cher e Charles Aznavour, ma chi sono realmente gli armeni?
Gli armeni eccellenti sono ben più numerosi di quelli da lei citati.
Oltre al grande Charles Aznavour, rinomato cantautore e apprezzato
diplomatico dello Stato armeno, potrei elencare nomi di decine di
armeni che hanno contribuito allo sviluppo della cultura occidentale.
Solo per ricordarne alcuni, basti pensare a Giacomo Luigi Ciamician
(chimico e nel 1910 senatore del Regno d'Italia, ndr), ai fratelli
Mikoyan (Artem, ingegnere progettista di aeroplani a lungo a capo
dell'ufficio tecnico della casa russa Mig, e suo fratello maggiore
Anastas, politico sovietico), a Calouste Gulbenkiyan (uomo d'affari e
filantropo), a Viktor Hambartsumyan (astrofisico) o, ancora, al
pittore Ivan Aivazoswki. Ma oltre alle eccellenze nel campo delle
scienze e della tecnologia, vorrei anche ricordare la Nazionale di
Scacchi dell'Armenia che si è laureata per ben tre volte campione
olimpionica degli scacchi nelle ultime quattro edizioni. Un risultato
straordinario fuori dalla portata di qualsiasi altra nazione al mondo.
Leggi di Più: La diaspora armena a Torino | Tempi.it
http://www.tempi.it/vahe-jilavyan-il-genocidio-armeno-e-una-ferita-ancora-aperta
From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress
25 gennaio 2013
Vahe Jilavyan: «Il Genocidio armeno è una ferita ancora aperta»
gennaio 25, 2013
Matteo Rigamonti Intervista al viceministro armeno per la diaspora che
sabato parteciperà ad un incontro pubblico a Torino. «Dalla Turchia ci
aspettiamo un comportamento corretto»
Il Genocidio armeno è «una ferita che purtroppo non è ancora
rimarginata, a causa del mancato riconoscimento da parte della
Turchia», sebbene si tratti di una «verità storica» che «la comunità
internazionale ha più volte dato esempio di riconoscere». A parlare è
il viceministro armeno per la diaspora Vahe Jilavyan, che sabato sera,
26 gennaio, interverrà alla Winter School dell'associazione
`Difendiamo il futuro' a Cherasco (Cn). Jilavyan, sempre sabato 26
gennaio, interverrà anche alle 12, presso la Sala delle Colonne del
Palazzo civico di Torino, in occasione di un incontro con Piero
Fassino, sindaco della Città di Torino e Silvio Magliano,
vicepresidente vicario del consiglio comunale.
Viceministro Jilavyan, quali sono oggi le proporzioni del fenomeno
della diaspora armena?
Su una popolazione totale di 10 milioni di armeni, oggi abbiamo una
popolazione di 3 milioni in Armenia mentre gli armeni della diaspora
sono circa 7 milioni.
Gli armeni in diaspora dove vivono?
Le più importanti comunità armene della diaspora si trovano in Russia
(circa 3 milioni), negli Stati Uniti (circa 1,75 milioni) e in Francia
(circa 600 mila).
Che cosa vuol dire vivere oggi la diaspora?
Lottare per la conservazione della propria cultura e delle tradizioni
cercando di mantenere i legami con la patria.
La ferita del Genocidio armeno è ancora aperta a quasi cent'anni di
distanza o si è rimarginata?
La ferita purtroppo non è rimarginata a causa del mancato
riconoscimento del Genocidio armeno da parte della Turchia. La
comunità internazionale invece ha più volte dato esempio di
riconoscimento della verità storica, anche a livello locale, come nel
caso del recente riconoscimento da parte del comune di Torino avvenuto
il 6 febbraio 2012.
Le persone e/o le comunità armene sparse per il mondo sperano ancora
di tornare nella loro terra?
Le persone ormai sono profondamente radicate nei rispettivi paesi che
li hanno accolti e, appartenendo alla terza generazione, sono
completamente integrate nelle rispettive società. Anche se pensiamo
che numerosi armeni gradirebbero fare rientro nella terra dei propri
avi.
Cosa vi aspettate dalla Turchia? In quale obiettivo `minimo' di
riconoscimento sperate?
Dalla Turchia ci aspettiamo un comportamento corretto sulla strada del
riconoscimento della verità storica; cosa, peraltro, già fatta da
diversi Stati nel mondo e da circa una settantina di amministrazioni
locali sparse per l'Italia.
L'Armenia è un paese a metà strada tra la Russia e il Medio Oriente ma
con una storia legata a doppio filo con l'Europa contemporanea: come
si colloca oggi nel contesto delle relazioni tra Stati? A chi vi
sentite più vicini?
Essendo il primo paese al mondo ad avere adottato nel 301 il
cristianesimo come religione di Stato e per le ragioni storiche che
lei ha citato, l'Armenia mantiene i suoi rapporti tradizionali con la
Russia, per quanto riguarda i campi dell'economia e quello militare, e
con l'Europa in tutti i settori.
Noi tutti conosciamo personaggi del mondo dello spettacolo come Kim
Kardashian, Cher e Charles Aznavour, ma chi sono realmente gli armeni?
Gli armeni eccellenti sono ben più numerosi di quelli da lei citati.
Oltre al grande Charles Aznavour, rinomato cantautore e apprezzato
diplomatico dello Stato armeno, potrei elencare nomi di decine di
armeni che hanno contribuito allo sviluppo della cultura occidentale.
Solo per ricordarne alcuni, basti pensare a Giacomo Luigi Ciamician
(chimico e nel 1910 senatore del Regno d'Italia, ndr), ai fratelli
Mikoyan (Artem, ingegnere progettista di aeroplani a lungo a capo
dell'ufficio tecnico della casa russa Mig, e suo fratello maggiore
Anastas, politico sovietico), a Calouste Gulbenkiyan (uomo d'affari e
filantropo), a Viktor Hambartsumyan (astrofisico) o, ancora, al
pittore Ivan Aivazoswki. Ma oltre alle eccellenze nel campo delle
scienze e della tecnologia, vorrei anche ricordare la Nazionale di
Scacchi dell'Armenia che si è laureata per ben tre volte campione
olimpionica degli scacchi nelle ultime quattro edizioni. Un risultato
straordinario fuori dalla portata di qualsiasi altra nazione al mondo.
Leggi di Più: La diaspora armena a Torino | Tempi.it
http://www.tempi.it/vahe-jilavyan-il-genocidio-armeno-e-una-ferita-ancora-aperta
From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress