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L'Armenia Delle Sorelle Arshakyan

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    L'ARMENIA DELLE SORELLE ARSHAKYAN

    Osservatorio Balcani e Caucaso, Italia
    8 luglio 2013


    Gianluca Grossi

    La musica armena contemporanea è poco conosciuta all'estero. Ma ora
    qualcosa sembra cambiare. Con il successo di due esuberanti e
    dotatissime sorelle

    La musica armena vanta una ricchissima tradizione, che affonda le sue
    radici un paio di millenni prima di Cristo. Nel mondo, però, non ha
    mai avuto risonanza, se non indirettamente, tramite figure emigrate
    altrove, come Charles Aznavour, che nella sua parabola artistica ha
    sempre introdotto qualcosa del suo paese di origine.

    Tuttavia, negli ultimi anni, un duo femminile si è imposto
    all'attenzione mondiale con una proposta che, pur mantenendo stretti
    legami con l'autoctonia, fa il verso al mondo mainstream occidentale,
    finendo per stuzzicare anche i gusti di chi non ha mai avuto
    familiarita con le note facenti capo alle vocazioni artistiche di
    Yerevan. Sono le sorelle armene Inga e Anush Arshakyan, protagoniste
    indiscusse di una delle pagine della musica folk- pop armena più
    interessanti.

    Classe '80

    Anush (1980) è la più grande, suona il piano e canta; nel 1994 vince
    il prestigioso premio "Sonorous Voices", a Omsk, citta della Russia,
    situata lungo il tracciato della Transiberiana. Frequenta il
    conservatorio a Yerevan, dove consegue il diploma e debutta poco dopo
    nell'Armenia State Philharmonic Orchestra. Le sue prime composizioni
    risalgono a meta degli anni Novanta.

    Inga, classe 1982, percorre su per giù le stesse tappe della sorella,
    dedicandosi però al violino che studia fin da piccina con passione e
    perseveranza. Iniziano a lavorare insieme nel 1998, dando vita a un
    repertorio che attinge a piene mani alla ricca tradizione folk armena.

    "Ci piace l'idea di poter contaminare la cultura tradizionale con i
    suoni moderni derivanti dal jazz, dal pop e dall'elettronica",
    rivelano le due sorelle. Nel giro di pochi mesi il loro nome conquista
    gran parte del Caucaso e dei vicini Balcani. Due anni dopo compiono il
    primo viaggio di lavoro transoceanico: atterrano negli USA, a Los
    Angeles, dove debuttano all'Alex Theatre, location aperta al pubblico
    dal 1925. Nel 2002 ottengono importanti riconoscimenti soprattutto in
    patria, dove si propongono in numerosi live, accrescendo di volta in
    volta l'esercito di fan.

    Il primo album si intitola We And Our Mountains. Il lavoro si apre con
    "Andzrev Yekav", brano fortemente contaminato dalla cultura musicale
    tradizionale armena. Lo scheletro del pezzo risente dei suoni moderni
    tipici delle produzioni discografiche occidentali, ma il cantato
    affronta fraseggi appannaggio della realta locale, debitori del mondo
    turco-medio orientale e di quello caucasico. In alcuni punti risaltano
    trovate jazzistiche. La loro fama è consolidata da una serie di
    apparizioni pubbliche a New York, Toronto e Parigi. E' la prima volta
    che la cultura musicale armena si impone a livello internazionale.

    Sull'onda del successo ottenuto con l'album d'esordio, si esibiscono
    per la prima volta nei principali teatri della capitale.

    Il botto

    Il cosiddetto "botto", però, lo ottengono con "Tamzara", brano che
    finira incluso nel secondo disco. E' introdotto da strumenti
    tradizionali; il cantato è una melodia costruita su scale
    pentagrammate che rimandano all'Impero bizantino, sostenuto da un
    incedere percussivo di notevole suggestione; un ottimo esempio di
    world music, sintetizzato da un video che spopola su Youtube. Con
    "Tamzara", nel 2004, vincono il premio Golden Lyre, mentre l'anno
    successivo trionfano all'Armenia National Music Awards. Il secondo
    disco è titolato con il loro pezzo più famoso e vede ufficialmente la
    luce nel 2006. Consta di undici tracce ed è prodotto dalla Parseghian
    Records. Con la title track suscita clamore anche la quinta traccia,
    "Khlpane", impreziosita dal suono di uno strumento a corda
    tradizionale che si integra perfettamente con i suoni elettronici più
    moderni. Grazie a questo lavoro il duo riprende a girare il mondo,
    frequentando le sale concerto di Parigi, Londra Mosca e Teheran. Nel
    2006 esce anche il primo dvd che ritrae la coppia dal vivo, durante le
    più belle performance effettuate negli ultimi anni.

    Il terzo album

    Tre anni dopo è la volta del terzo album: Heartbeat Of My Land. In
    copertina le due sorelle appaiono abbigliate con costumi tradizionali
    e caratteristici copricapo pieni di gingilli. Il singolo s'intitola
    "Menq Enq Mer Sarere", viene proposto all'Armenian Telethon, e bussa
    alle porte di paesi mai conquistati prima, come Siria, Libano e
    Russia. Nel 2009 le due sorelle Arshakyans si presentano
    all'Eurovision Song Contest con la canzone "Jan Jan"; alla stesura del
    brano partecipano Mane Akopyan, Vardan Zadoyan e Avet Barseghyan,
    tutte figure assai note dell'establishment artistico armeno. Il brano
    ha un "tiro" decisamente più moderno di quelli finora affrontati,
    anche se, interpellate a riguardo, lo giustificano definendolo un
    pezzo "folk con elementi di musica contemporanea"; in realta
    abbandonano la tradizione per contemplare un pop tipico della cultura
    occidentale mainstream. Porta la firma di Ara Torosyan, fra i
    produttori armeni più importanti, gia al fianco di altre figure cult
    come Andre ed Eva Rivas. Al successo della canzone contribuisce un
    video promozionale di grande efficacia (su Youtube con oltre un
    milione di clic), che rimanda alla celeberrima "Whenever, Wherever" di
    Shakira, fra i principali esponenti del pop latino.

    Questa tendenza è evidente anche nell'ultimo video girato dalla
    coppia, in occasione del Concert The Voice of Armenia del 16 marzo
    2013. Il brano "You Will Not Be Alone" (pubblicato originariamente
    come singolo nel 2009, musicato da Armen Martirosian, con le parole di
    Michael Bagratuni) è cantato in inglese, secondo i classici
    "paradigmi" musicali occidentali, favoriti dal giovanissimo
    compositore Aidin Davoudi e da Mart Babayan. Di tradizionale resiste
    solo l'introduzione effettuata da un membro della band con il duduk,
    strumento musicale tipicamente armeno, inserito dall'Unesco nella
    lista dei Patrimoni orali e i materiali dell'umanita.

    http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/L-Armenia-delle-sorelle-Arshakyan-136528

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