TheMammoth'sReflex, Italia
22 ott 2013
Il Karabakh visto con gli occhi di Graziella Vigo
VENEZIA. Il Karabakh arriva a Venezia, alla Casa dei Tre Oci, nelle
foto di Graziella Vigo, che usa i suoi scatti per raccontare la
bellezza, la cultura, la storia di un popolo e di un paese
straordinario.
L'avventura che l'ha portata a realizzare questo progetto lo racconta
proprio lei.
`Mi fai un libro sull'Armenia?... Semplicemente così, in un giorno di
sole a New York, Joseph Oughourlian ha dato il via a una delle più
straordinarie esperienze della mia vita: l'incontro con la terra
armena, la sua gente, la sua bellezza, la sua fede e la straordinaria
realtà di questa piccola parte del Paese che è il Karabakh, arroccato
su montagne verdissime, rimasto intatto nel corso dei secoli. Io ho
viaggiato tanto per il mondo, in tutti i continenti, viaggi di
lavoro-conoscenza, sempre con la macchina fotografica in mano e una
grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma l'Armenia....
l'Armenia è stata un colpo al cuore, per non dire del Karabakh....un
viaggio nella storia e nel tempo, un viaggio dell'anima nel silenzio
delle montagne, monasteri millenari, tra gente semplice, generosa e
gentile dall'ospitalità leggendaria. Un lungo viaggio di mesi in
Artsakh, come gli armeni chiamano il Karabakh, durante il passare
delle stagioni, dalla primavera del melograno all'uva dell'autunno,
dall'alba al tramonto, per migliaia di chilometri, e spesso nella
notte illuminata solo dalla luna'.
`Questo libro e la mostra sono un atto di amore, di coraggio, di fede.
Sono la testimonianza di una realtà quasi sconosciuta, di una regione
abbandonata dall'umanità perché il mondo finge di non sapere che
questo Paese esiste. Eppure è là, bellissimo, perso tra le montagne
del Caucaso, verde di boschi selvaggi e foreste inesplorate, più di
trecento villaggi fuori dal tempo e solo due città, capitali in tempi
diversi. Un paese millenario, straordinario per la sua storia, la
grande bellezza della sua natura intatta , la sua profonda e autentica
fede cristiana. Il Karabakh (in turco persiano significa `giardino
nero', nascosto, segreto) è come un'isola montagnosa che si alza sopra
la steppa che conduce al mar Caspio. E' la parte estrema orientale del
grande Impero Armeno di Tigran il Grande, 95-55 a.C. Con le cime dei
suoi monti, a migliaia di metri sul livello del mare, dà l'impressione
di una enorme fortezza che si alza inaccessibile sulle pianure
steppose. Questo territorio costituisce con l'Ararat un simbolo per
gli armeni di tutto il mondo. Nei secoli è stato oggetto di invasioni
e di massacri. Da qui sono passati Tamerlano e le orde nomadi di
Gengis Khan venute dall'Est che preferivano trasformare giardini, orti
e frutteti in pascoli per le loro pecore e capre lasciandosi dietro le
terre devastate. Ma questo popolo è sempre rimasto qui , generazione
dopo generazione, in mezzo ai laghi alle foreste ai torrenti alle
vallate di grano e alle vigne. Tutti sappiamo il dolore che ha
attraversato la storia dell'Armenia lungo il fiume dei secoli, di un
popolo fiero tante volte invaso, qualche volte sconfitto ma mai vinto.
Un popolo speciale che oggi vive il suo diritto alla speranza.'
A corredo della mostra, un volume in cinque lingue - italiano armeno
inglese francese e russo - edito da Marsilio Editori e realizzato,
come la mostra fortemente voluta da Joseph Oughourlian, con il
sostegno di Amber Capital.
`...Graziella Vigo, una fotografa italiana contemporanea molto
interessante...' Wall Street Journal
Milanese di nascita cittadina del mondo. Ha vissuto e studiato a
Ginevra e a New York, dove all'I.C.P. ha perfezionato l'arte del
ritratto con Robert Mappletorpe . Giornalista e fotografa
indipendente, cosmopolita e internazionale per educazione e
professione, ha viaggiato in tutti i continenti, sempre con la
macchina fotografica in mano, la curiosità e la capacità di
meravigliarsi. Il suo carattere. La passione. Il coraggio di misurarsi
sempre con nuove sfide. Il suo credo: `Vivere con semplicità e pensare
con grandezza'. Dopo tanti anni di giornalismo specializzato, libri
fotografici e mostre personali, dopo la moda, i ritratti, il teatro, i
bambini, grandi paesi come l'India e la Cina visti fin nelle più
piccole realtà, l'incontro speciale con l'Armenia e con la sua
`anima', Joseph Oughourlian . `Tutti i viaggi e il lungo lavoro
fotografico in Armenia, i mesi passati nell'isola di San Lazzaro a
Venezia e l'ultima avventura in Karabakh hanno portato nella mia vita
un'esperienza umana e professionale indimenticabile. Io credo che
confrontarsi, mettersi in gioco, prendersi la responsabilità di quello
in cui si crede è quello che ci rende liberi.' Tra le sue varie
pubblicazioni: Portrait, Electa; Verdi on stage, Electa ; Armenia,
Skira e ora Karabakh, Marsilio.
http://www.themammothreflex.com/around/2013/10/22/il-karabakh-visto-gli-occhi-graziella-vigo/
From: A. Papazian
22 ott 2013
Il Karabakh visto con gli occhi di Graziella Vigo
VENEZIA. Il Karabakh arriva a Venezia, alla Casa dei Tre Oci, nelle
foto di Graziella Vigo, che usa i suoi scatti per raccontare la
bellezza, la cultura, la storia di un popolo e di un paese
straordinario.
L'avventura che l'ha portata a realizzare questo progetto lo racconta
proprio lei.
`Mi fai un libro sull'Armenia?... Semplicemente così, in un giorno di
sole a New York, Joseph Oughourlian ha dato il via a una delle più
straordinarie esperienze della mia vita: l'incontro con la terra
armena, la sua gente, la sua bellezza, la sua fede e la straordinaria
realtà di questa piccola parte del Paese che è il Karabakh, arroccato
su montagne verdissime, rimasto intatto nel corso dei secoli. Io ho
viaggiato tanto per il mondo, in tutti i continenti, viaggi di
lavoro-conoscenza, sempre con la macchina fotografica in mano e una
grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma l'Armenia....
l'Armenia è stata un colpo al cuore, per non dire del Karabakh....un
viaggio nella storia e nel tempo, un viaggio dell'anima nel silenzio
delle montagne, monasteri millenari, tra gente semplice, generosa e
gentile dall'ospitalità leggendaria. Un lungo viaggio di mesi in
Artsakh, come gli armeni chiamano il Karabakh, durante il passare
delle stagioni, dalla primavera del melograno all'uva dell'autunno,
dall'alba al tramonto, per migliaia di chilometri, e spesso nella
notte illuminata solo dalla luna'.
`Questo libro e la mostra sono un atto di amore, di coraggio, di fede.
Sono la testimonianza di una realtà quasi sconosciuta, di una regione
abbandonata dall'umanità perché il mondo finge di non sapere che
questo Paese esiste. Eppure è là, bellissimo, perso tra le montagne
del Caucaso, verde di boschi selvaggi e foreste inesplorate, più di
trecento villaggi fuori dal tempo e solo due città, capitali in tempi
diversi. Un paese millenario, straordinario per la sua storia, la
grande bellezza della sua natura intatta , la sua profonda e autentica
fede cristiana. Il Karabakh (in turco persiano significa `giardino
nero', nascosto, segreto) è come un'isola montagnosa che si alza sopra
la steppa che conduce al mar Caspio. E' la parte estrema orientale del
grande Impero Armeno di Tigran il Grande, 95-55 a.C. Con le cime dei
suoi monti, a migliaia di metri sul livello del mare, dà l'impressione
di una enorme fortezza che si alza inaccessibile sulle pianure
steppose. Questo territorio costituisce con l'Ararat un simbolo per
gli armeni di tutto il mondo. Nei secoli è stato oggetto di invasioni
e di massacri. Da qui sono passati Tamerlano e le orde nomadi di
Gengis Khan venute dall'Est che preferivano trasformare giardini, orti
e frutteti in pascoli per le loro pecore e capre lasciandosi dietro le
terre devastate. Ma questo popolo è sempre rimasto qui , generazione
dopo generazione, in mezzo ai laghi alle foreste ai torrenti alle
vallate di grano e alle vigne. Tutti sappiamo il dolore che ha
attraversato la storia dell'Armenia lungo il fiume dei secoli, di un
popolo fiero tante volte invaso, qualche volte sconfitto ma mai vinto.
Un popolo speciale che oggi vive il suo diritto alla speranza.'
A corredo della mostra, un volume in cinque lingue - italiano armeno
inglese francese e russo - edito da Marsilio Editori e realizzato,
come la mostra fortemente voluta da Joseph Oughourlian, con il
sostegno di Amber Capital.
`...Graziella Vigo, una fotografa italiana contemporanea molto
interessante...' Wall Street Journal
Milanese di nascita cittadina del mondo. Ha vissuto e studiato a
Ginevra e a New York, dove all'I.C.P. ha perfezionato l'arte del
ritratto con Robert Mappletorpe . Giornalista e fotografa
indipendente, cosmopolita e internazionale per educazione e
professione, ha viaggiato in tutti i continenti, sempre con la
macchina fotografica in mano, la curiosità e la capacità di
meravigliarsi. Il suo carattere. La passione. Il coraggio di misurarsi
sempre con nuove sfide. Il suo credo: `Vivere con semplicità e pensare
con grandezza'. Dopo tanti anni di giornalismo specializzato, libri
fotografici e mostre personali, dopo la moda, i ritratti, il teatro, i
bambini, grandi paesi come l'India e la Cina visti fin nelle più
piccole realtà, l'incontro speciale con l'Armenia e con la sua
`anima', Joseph Oughourlian . `Tutti i viaggi e il lungo lavoro
fotografico in Armenia, i mesi passati nell'isola di San Lazzaro a
Venezia e l'ultima avventura in Karabakh hanno portato nella mia vita
un'esperienza umana e professionale indimenticabile. Io credo che
confrontarsi, mettersi in gioco, prendersi la responsabilità di quello
in cui si crede è quello che ci rende liberi.' Tra le sue varie
pubblicazioni: Portrait, Electa; Verdi on stage, Electa ; Armenia,
Skira e ora Karabakh, Marsilio.
http://www.themammothreflex.com/around/2013/10/22/il-karabakh-visto-gli-occhi-graziella-vigo/
From: A. Papazian