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Jordi Savall E La Magia Della Musica Armena

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    JORDI SAVALL E LA MAGIA DELLA MUSICA ARMENA

    Spettacoli, Italia
    14 gen 2014

    di LEONETTA BENTIVOGLIO
    Aggiornato il 13 gennaio 2014

    In scena a Roma il violoncellista e direttore d'orchestra catalano.

    Una serata dal titolo "Spirito d'Armenia" con il suo gruppo Hespèrion
    XXI e quello dei Musicos Armenios per far conoscere il patrimonio
    musicale della più antica civilta cristiana d'Oriente

    ROMA - Torna in Italia Jordi Savall, uno dei più amati e celebrati
    interpreti della musica "altra": dimenticata, lontana nel tempo o
    nello spazio, da ripercorrere o svelare. Certe elegiache raffinatezze
    medioevali e rinascimentali tratte da riscoperti manoscritti; certi
    tuffi aurei nel barocco spagnolo; certi sontuosi pellegrinaggi
    nella tradizione musicale sefardita e araba, e in paesi collegati
    all'area mediterranea come la Turchia: rappresenta tutto questo il
    violoncellista e direttore d'orchestra catalano, fondatore negli anni
    '70 del magnifico ensemble Hespèrion XX, ribattezzato Hespèrion XXI
    all'inizio del nuovo millennio. Negli anni '90, grazie all'enorme
    successo della colonna sonora del film di Alain Corneau Tous les
    matins du monde, Savall ha conquistato una vastissima audience
    internazionale, diventando uno tra i rari musicisti "colti" (anzi,
    super-colti e rigorosamente filologici nel suo caso) entrati alla
    grande in una dimensione pop. Tanto è stato il plauso ottenuto che
    Savall, spinto dal bisogno di autonomia nelle raffinatissime scelte
    artistiche, si è fatto imprenditore di se stesso, con l'etichetta
    discografica Alia Vox e varie pubblicazioni.

    Martedì 14 gennaio alle 20 e 30, nell'Aula Magna dell'Universita
    di Roma La Sapienza (per l'Istituzione Universitaria dei Concerti),
    al solito sia come direttore che come solista, Savall proporra una
    serata dal titolo "Spirito d'Armenia". Saranno in scena il suo gruppo
    Hespèrion XXI e quello dei Musicos Armenios, diffusori dell'emozionante
    patrimonio musicale della più antica civilta cristiana d'Oriente. Con
    lo stesso programma Savall si esibira la sera successiva a Napoli,
    nell'Auditorium di Castel Sant'Elmo.

    "Quella armena è una musica meravigliosa, frutto di gente che
    ha sofferto per genocidi e massacri, e di una civilta che è
    miracolosamente sopravvissuta alla propria tragica storia", spiega
    Savall, che alle 15 e 30 di martedì incontrera il pubblico e gli
    studenti al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. "Più grande è
    il dolore di un popolo e più le sue musiche sono colme di forza e
    dolcezza. Per gli armeni la musica è stata sempre fonte di energia
    e di conforto, oltre che memoria delle radici. Producono una sorta
    d'incanto i loro strumenti tradizionali, dal timbro simile alla voce
    umana e dalle soavi vibrazioni che generano suoni al tempo stesso
    sensuali e spirituali: un balsamo in grado di toccarci l'anima".

    Per questo ha voluto dedicare "Spirito d'Armenia" a sua moglie
    Montserrat Figueras, grande soprano catalano scomparsa di recente?

    "Montserrat ammirava i nostri amici musicisti armeni, ed era attratta
    dalle profonde qualita poetiche del loro repertorio. Dopo la sua morte,
    io stesso ho trovato consolazione nell'ascolto dei magici lamenti a
    due eseguiti dal duduk, strumento ad ancia doppia, appartenente quindi
    alla famiglia degli oboi (ma il suo suono è più scuro e rammenta
    il clarinetto o il sassofono), e del kamancha, antenato del violino
    dalla sonorita delicata e cantabile, con cassa armonica tondeggiante
    e un numero variabile di corde - da due a cinque - suonate con un
    arco. Creano atmosfere e melodie così intense e commoventi che ho
    chiesto ai musicisti armeni di partecipare alle cerimonie organizzate
    per l'addio a Montserrat. I loro interventi sono stati di una belta
    sconvolgente. Da lì è iniziata una collaborazione che ha portato
    a un disco e al concerto che stiamo presentando in giro per il
    mondo. Hèsperion XXI viaggia molto: facciamo circa centocinquanta
    concerti l'anno".

    Può parlare della sua casa discografica e della sua attivita di
    editore?

    "Alia Vox è nata nel '98 e non è affatto un'impresa commerciale.

    Facciamo solo quel che ci piace, da Bach a un tributo alla musica
    siriana o a progetti votati alle musiche dei Balcani: serbe,
    rumene, greche, sefardite... Abbiamo la liberta di scegliere, senza
    condizionamenti. Ogni anno usciamo con circa sei dischi e ne abbiamo
    venduti più di tre milioni. Negli ultimi tempi al disco si accompagna
    un libro. L'ultimo, dedicato appunto alla cultura balcanica, è un
    volume che pesa un chilo con testi in dodici lingue, e la prima
    edizione ha gia venduto trentamila copie".

    Realizza di frequente progetti interculturali collaborando con altri
    ensemble e artisti?

    "Sì. Ho costruito un omaggio alla musica afgana, ho esplorato la
    cultura musicale turca... Spesso le musiche sono consegnate soprattutto
    al ricordo di chi coltiva ancora quelle tradizioni, come la musica in
    Andalusia al tempo degli arabi o a Istanbul nell'epoca dell'Impero
    ottomano. E' arricchente al massimo questo scambio con musicisti
    ricchi di antiche sapienze che per noi sono nuove".

    http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2014/01/13/news/jordi_savall-75824608/


    From: Baghdasarian
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