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Armeni, un genocidio imbarazzante

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    La Stampa, Italia
    25 aprile 2014

    Armeni, un genocidio imbarazzante


    Ci sono genocidi "facili", e ci sono genocidi fastidiosi. Quelli
    "facili" sono i genocidi che suscitano riprovazione e condanne da ogni
    parte, anche da quelle - come l'Unione Sovietica degli anni '50 - in
    cui l'antisemitismo conosceva, dopo la Shoah, nuovi episodi. Ma gli
    armeni non hanno questa fortuna: il loro è un genocidio che imbarazza,
    sia i nipoti di chi l'ha compiuto, sia quelli che in base ai loro
    principi dovrebbero essere lì a chiamare le cose con il loro nome. Il
    premier turco Erdogan ha offerto le sue condoglianze ai nipoti degli
    armeni trucidati dal 1915 in poi ieri, il 24 aprile, nel 99mo
    anniversario dell'inizio dei massacri, in una maniera che ha suscitato
    reazioni da parte dei diretti interessati.
    marco tosatti

    Ci sono genocidi "facili", e ci sono genocidi fastidiosi. Quelli
    "facili" sono i genocidi che suscitano riprovazioni e condanne da ogni
    parte, anche da quelle - come l'Unione Sovietica degli anni '50 - in
    cui l'antisemitismo conosceva, dopo la Shoah, nuovi episodi. Ma gli
    armeni non hanno questa fortuna: il loro è un genocidio che imbarazza,
    sia i nipoti di chi l'ha compiuto, sia quelli che in base ai loro
    principi dovrebbero essere lì a chiamare le cose con il loro nome. Il
    premier turco Erdogan ha offerto le sue condoglianze ai nipoti degli
    armeni trucidati dal 1915 in poi ieri, il 24 aprile, nel 99mo
    anniversario dell'inizio dei massacri, in una maniera che ha suscitato
    reazioni da parte dei diretti interessati.

    Ecco, per esempio, la reazione della Comunità armena di Roma: "Lacrime
    (turche) di coccodrillo. La Turchia di Erdogan non si
    smentisce...negazionista è, e negazionista rimane. Alla vigilia del 99°
    anniversario del Genocidio armeno il premier turco Erdogan ha
    rilasciato un comunicato, diramato in ben sette lingue, armeno
    compreso, nel quale si lascia andare a talune considerazioni sugli
    "accadimenti della prima guerra mondiale". La stampa internazionale ha
    dato ovviamente molta enfasi alle suddette dichiarazioni che taluni,
    molto affrettatamente, hanno giudicato una apertura turca sulla
    questione armena. In realtà una attenta lettura del testo evidenzia,
    accanto a qualche timida frase di circostanza, la consueta
    impostazione negazionista della Turchia.

    Che anzi esce rafforzata proprio dalle frasi del leader turco condite
    dai soliti distinguo e prese di circostanza".

    E il problema centrale infatti del genocidio armeno è che il governo
    di Ankara non lo riconosce come tale, e agisce attivamente contro ogni
    tentativo in questo senso. Così anche se il presidente Obama ha
    scritto un lungo messaggio all'Armenian Weekly, parlando di "una delle
    peggiori atrocità del XX secolo", si guarda bene nella sua lettera
    accuratamente calibrata dall'usare la parola "genocidio", come i siti
    armeni sottolineano nel titolo dedicato all'avvenimento.

    E sempre a causa di problemi diplomatico- strategici il patriarca
    armeno Nourhan Manougian ha scritto, in un messaggio letto domenica a
    una conferenza a Gerusalemme, all'Università Ebraica, dove si
    commemorava il Genocidio armeno che non capisce perché Israele si
    rifiuta di riconoscere come genocidio il massacro di un milione e
    mezzo di armeni da parte dei turchi. Manougian ha citato una frase di
    Napoleone: "Il mondo soffre non per la violenza dei cattivi, ma per il
    silenzio dei buoni". Nel corso degli anni il tema del riconoscimento
    del genocidio armeno ha acquistato una rilevanza sempre maggiore in
    Israele, anche a livello di esponenti governativi. Benyamin Netanhyau,
    quando era sottosegretario agli Esteri, disse che né la politica né la
    diplomazia "dovrebbero impeditici di identificarci con le vittime".

    E per un'ironia, probabilmente non casuale, della storia, il 99mo
    anniversario del Genocidio avviene proprio mentre migliaia di armeni
    del Kessab, una regione siriana al confine con la Turchia, sono
    obbligati a fuggire per un'invasione di miliziani fondamentalisti
    islamici aiutata e appoggiata dal governo di Ankara, e le loro case e
    chiese sono saccheggiate e profanate. La lunga onda anticristiana
    scatenata dal genocidio del 1915 in Turchia e Medio Oriente non
    sembra voler terminare.

    http://www.lastampa.it/2014/04/25/blogs/san-pietro-e-dintorni/armeni-un-genocidio-imbarazzante-OOnRckgJR7Sis54zJAlpqM/pagina.html

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