Lettera43, Italia
21 feb 2015
Siria, armeni senza pace: torna l'incubo genocidio
Decimati dalle bombe di Assad. Dagli spari dei ribelli. Dai raid di al
Qaeda e Isis. Oltre 1.000 i morti. E il popolo, rifugiatosi in Siria
nel 1915, deve fuggire di nuovo.
di Mauro Pompili
21 Febbraio 2015
da Beirut
Siria: un cecchino in appostamento.
Un secolo dopo il genocidio del 1915, il popolo armeno torna a essere
vittima di massacri, in quella Siria dove gli antenati avevano trovato
rifugio, e i loro luoghi della memoria sono diventati oggetto di
distruzione.
Come la Chiesa dei Martiri Armeni a Deir ez-Zor, nella Siria
orientale, rasa al suolo dall'Isis.
Medz Yeghern (letteralmente in armeno), è stato il
primo genocidio del Novecento, perpetrato dal governo Ottomano e
costato la vita a 1 milione e mezzo di persone. A Deir ez-Zor,
l'Auschwitz degli Armeni, era stato costruito il memoriale delle
vittime. Ma ora non esiste più, cancellato da una nuova ferocia.
MILLE VITTIME ARMENE. La cancellazione di un simbolo, però, è
diventata essa stessa il simbolo della nuova tragedia, della diaspora
che vive la comunità armena in Medio Oriente.
Prima della guerra civile gli armeni di Siria erano più di 150 mila,
la maggior parte viveva ad Aleppo. La capitale economica del Paese ora
è semidistrutta e la comunità armena ha pagato un prezzo elevatissimo
al conflitto. Almeno 1.000 le vittime e la maggioranza dei
sopravvissuti è fuggita.
, dice Agop
Demirjian, arrivato a Bourj Hammoud, alla periferia Sud di Beirut, da
un paio di settimane e impegnato a organizzare la nuova vita da
profughi della sua famiglia.
NEL MIRINO DEI CECCHINI. Aleppo dal luglio del 2012 è spaccata in due.
La divide una frontiera invisibile di quasi 20 chilometri dove gli
scontri sono quotidiani e regnano i cecchini. Separati da questo
confine vivono famiglie e amici, che difficilmente riescono a
incontrarsi e a comunicare. Due mondi lontani, dove i pochi civili
rimasti sono uniti dalla paura dei colpi di fucile. Qui la vita
quotidiana è fatta di corse veloci alla ricerca di acqua e cibo o per
raggiungere la scuola e il lavoro.
Questa linea di morte attraversa proprio i vecchi quartieri armeni
della città. , racconta Agop, .
. Vasquen Zinidjian, uno degli armeni
che vive ancora ad Aleppo, parla per telefono con Lettera43.it:
racconta che per andare e tornare da casa, nel quartiere di al-Halabi
Suleiman, doveva attraversare almeno cinque strade infestate dai
cecchini: .
Governo siriano, miliziani, terroristi: fuoco incrociato sugli armeni
((c) GettyImages) Bambini in fuga per le strade di Aleppo, Siria.
, continua
Vasquen, .
Ma questi stratagemmi non sempre funzionano: .
A scandire la giornata ci sono poi le bombe sganciate dagli elicotteri
del governo, i colpi di mortaio dei ribelli e costante il rischio
delle mine e degli ordigni inesplosi. , continua Vasquen, .
LE BARBARIE DEL FRONTE AL NUSRA. Tragicamente sembrano essere i
bambini quelli che si adattano meglio alla guerra. , dice sorridendo il figlio 12enne di Agop,
.
La tragedia armena non si limita ad Aleppo. Lo scorso anno la
cittadina armena di Kesab fu occupata dai miliziani del Fronte al
Nusra (vicino ad al Qaeda), transitati senza problemi dal vicino
confine turco, che costrinsero la popolazione alla fuga. Al ritorno,
dopo che l'esercito governativo l'aveva liberata, gli armeni trovarono
la città semidistrutta e i luoghi di culto rasi al suolo.
LE AGGRESSIONI DEI RIBELLI ANTI-ASSAD. Nell'ultimo anno a Damasco una
chiesa della comunità è stata colpita dai mortai dell'Esercito Libero
Siriano, i ribelli "buoni" che combattono Bashar al-Assad finanziati e
armati dagli americani e dagli arabi sunniti del Golfo.
I colpi hanno ucciso due bambini. A Raqqa i combattenti salafiti hanno
distrutto la Chiesa dei Martiri, nella provincia di Damasco è stato
colpito uno scuolabus e due scolari armeni sono morti.
E l'elenco potrebbe continuare a lungo.
. ,
confessa Agop,
21 feb 2015
Siria, armeni senza pace: torna l'incubo genocidio
Decimati dalle bombe di Assad. Dagli spari dei ribelli. Dai raid di al
Qaeda e Isis. Oltre 1.000 i morti. E il popolo, rifugiatosi in Siria
nel 1915, deve fuggire di nuovo.
di Mauro Pompili
21 Febbraio 2015
da Beirut
Siria: un cecchino in appostamento.
Un secolo dopo il genocidio del 1915, il popolo armeno torna a essere
vittima di massacri, in quella Siria dove gli antenati avevano trovato
rifugio, e i loro luoghi della memoria sono diventati oggetto di
distruzione.
Come la Chiesa dei Martiri Armeni a Deir ez-Zor, nella Siria
orientale, rasa al suolo dall'Isis.
Medz Yeghern (letteralmente in armeno), è stato il
primo genocidio del Novecento, perpetrato dal governo Ottomano e
costato la vita a 1 milione e mezzo di persone. A Deir ez-Zor,
l'Auschwitz degli Armeni, era stato costruito il memoriale delle
vittime. Ma ora non esiste più, cancellato da una nuova ferocia.
MILLE VITTIME ARMENE. La cancellazione di un simbolo, però, è
diventata essa stessa il simbolo della nuova tragedia, della diaspora
che vive la comunità armena in Medio Oriente.
Prima della guerra civile gli armeni di Siria erano più di 150 mila,
la maggior parte viveva ad Aleppo. La capitale economica del Paese ora
è semidistrutta e la comunità armena ha pagato un prezzo elevatissimo
al conflitto. Almeno 1.000 le vittime e la maggioranza dei
sopravvissuti è fuggita.
, dice Agop
Demirjian, arrivato a Bourj Hammoud, alla periferia Sud di Beirut, da
un paio di settimane e impegnato a organizzare la nuova vita da
profughi della sua famiglia.
NEL MIRINO DEI CECCHINI. Aleppo dal luglio del 2012 è spaccata in due.
La divide una frontiera invisibile di quasi 20 chilometri dove gli
scontri sono quotidiani e regnano i cecchini. Separati da questo
confine vivono famiglie e amici, che difficilmente riescono a
incontrarsi e a comunicare. Due mondi lontani, dove i pochi civili
rimasti sono uniti dalla paura dei colpi di fucile. Qui la vita
quotidiana è fatta di corse veloci alla ricerca di acqua e cibo o per
raggiungere la scuola e il lavoro.
Questa linea di morte attraversa proprio i vecchi quartieri armeni
della città. , racconta Agop, .
. Vasquen Zinidjian, uno degli armeni
che vive ancora ad Aleppo, parla per telefono con Lettera43.it:
racconta che per andare e tornare da casa, nel quartiere di al-Halabi
Suleiman, doveva attraversare almeno cinque strade infestate dai
cecchini: .
Governo siriano, miliziani, terroristi: fuoco incrociato sugli armeni
((c) GettyImages) Bambini in fuga per le strade di Aleppo, Siria.
, continua
Vasquen, .
Ma questi stratagemmi non sempre funzionano: .
A scandire la giornata ci sono poi le bombe sganciate dagli elicotteri
del governo, i colpi di mortaio dei ribelli e costante il rischio
delle mine e degli ordigni inesplosi. , continua Vasquen, .
LE BARBARIE DEL FRONTE AL NUSRA. Tragicamente sembrano essere i
bambini quelli che si adattano meglio alla guerra. , dice sorridendo il figlio 12enne di Agop,
.
La tragedia armena non si limita ad Aleppo. Lo scorso anno la
cittadina armena di Kesab fu occupata dai miliziani del Fronte al
Nusra (vicino ad al Qaeda), transitati senza problemi dal vicino
confine turco, che costrinsero la popolazione alla fuga. Al ritorno,
dopo che l'esercito governativo l'aveva liberata, gli armeni trovarono
la città semidistrutta e i luoghi di culto rasi al suolo.
LE AGGRESSIONI DEI RIBELLI ANTI-ASSAD. Nell'ultimo anno a Damasco una
chiesa della comunità è stata colpita dai mortai dell'Esercito Libero
Siriano, i ribelli "buoni" che combattono Bashar al-Assad finanziati e
armati dagli americani e dagli arabi sunniti del Golfo.
I colpi hanno ucciso due bambini. A Raqqa i combattenti salafiti hanno
distrutto la Chiesa dei Martiri, nella provincia di Damasco è stato
colpito uno scuolabus e due scolari armeni sono morti.
E l'elenco potrebbe continuare a lungo.
. ,
confessa Agop,