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Genocidio Armeno. Conferenza A Roma, Tra Commemorazione E Nagazionis

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    GENOCIDIO ARMENO. CONFERENZA A ROMA, TRA COMMEMORAZIONE E NAGAZIONISMO

    Notizie Geopolitiche- Italia
    22 feb 2015

    feb 22nd, 2015 | By redazione 1 | Category: Qui Europa, Ultimissime

    di Giuliano Bifolchi -

    La John Cabot University, in collaborazione con l'Associazione
    della Comunita Armena di Roma e del Lazio, ha organizzato lo scorso
    giovedì 19 febbraio 2015, presso l'Aula Magna Regina dell'universita
    stessa, l'evento "Remembering and Narrating the Genocide: Learning
    >From ArmenianWomen and ChildrenSurvivors", serata dedicata alla
    commemorazione del Genocidio Armeno con l'obiettivo di promuovere
    la conoscenza tra il pubblico italiano e gli studenti di una della
    pagine più cupe della storia del XX secolo.

    I partecipanti hanno potuto ascoltare l'introduzione all'evento
    di Franco Pavoncello, Presidente della John Cabot University, e
    gli interventi di Zara Pogossian, professoressa presso la stessa
    universita ospitante l'evento specializzata in Storia dell'Europa
    Mediavale e di Bisanzio e Storia della Chiese Cristiane Orientali,
    Ara Sarafian, storico britannico di origine armena e direttore del
    Gomidas Institute di Londra, e Sua Eccellenza Sargis Ghazaryan,
    Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia.

    Per Genocidio Armeno, conosciuto anche con il nome di Medz Yeghern, il
    "Grande Male", si intende il processo sistematico avviato dall'Impero
    Ottomano di eliminazione della componente etnica minoritaria armena
    all'interno del territorio attualmente facente parte della Turchia. Il
    Genocidio, la cui data di inizio viene convenzionalmente indicata
    con il 24 aprile 1915, ha causato la morte di un numero di vittime
    pari ad 1-1,5 milioni di persone, tra cui circa 250 intellettuali e
    leader della comunita armena di Costantinopoli.

    L'intervento di Zara Pogossian, oltre a ripercorrere brevemente gli
    eventi ed i numeri che hanno caratterizzato questa pagina di storia
    di inizio XX secolo, ha posto l'attenzione sul termine "genocidio",
    coniato nel 1943 da Raphael Lemkin,il cui significato indica lo
    sterminio premeditato e sistematico di un gruppo di persone sulla
    base della loro etnia, religione, credenze politiche, status sociale
    o altre particolarita. Prendendo in considerazione questa definizione
    è possibile quindi etichettare con il la parola genocidio gli eventi
    accaduti a partire dal 1915 all'interno dell'Impero Ottomano che hanno
    visto impegnate le autorita turche dell'epocain una attivita diretta
    allo sterminiodella componente armena, motivo per cui Medz Yeghern
    può essere visto come uno dei primi genocidi moderni. L'intervento
    della Pogossian si è concluso con la citazione toccante del poeta
    turco naturalizzato polacco Nazim Hikmet il quale, in merito al
    Genocidio Armeno, scrisse:

    "This Armenian citizen won't forgive his father's slaughter in the
    Kurdish mountains. But he likes you, because you also can't forgive
    those who blackened the Turkish people's name"

    Ara Sarafian, storico britannico di origine armena, ha portato la
    propria esperienza di ricercatore all'interno dell'attuale Stato turco
    ed ha tenuto a sottolineare come la stessa Turchia stia cambiando al
    suo interno la propria politica e visione circa il Genocidio Armeno.

    Secondo Sarafian i turchi che negano il Genocidio perpetrano questa
    causa non sulla base di un odio nei confronti degli armeni ed il
    fenomeno del negazionismo sarebbe in fase di declino.

    Studioso dell'Impero Ottomano e della storia dell'Armenia del XX,
    Sarafian ha posto l'attenzione sul termine Crypto-Armenians (in
    armeno Õ®ÕºÕ¿ÕµÕ¡Õ¬Õ°Õ¡ÕµÕ¥O~@ "tsptyalhayer" ed in turco Kripto
    Ermeniler) descrivente quelle persone in Turchia le cui origini sono
    parzialmente o totalmente armene le quali generalmente nascondono la
    propria identita armena alla societa turca. In molti dei casi tali
    persone sono discendenti degli armeni islamizzati sotto la minaccia
    dello sterminio fisico durante il Genocidio Armeno.

    Il giornalista turco Erhan Basyurt aveva descritto i Crytpo-Armeni
    come quelle famiglie, ed in alcuni casi interi villaggi o vicinati,
    convertite all'Islam per scappare alla deportazione e alle "marce della
    morte" del 1915; tali famiglie continuano a vivere le proprie vite
    come armeni in segretezza, sposandosi fra di loro ed in alcuni casi
    professando la religione cristiana clandestinamente. Tra i membri della
    comunita Crypto-Armena è possibile annoverare personalita importanti
    come ad esempio Fethiye Cetin, avvocato, scrittore ed attivista per i
    diritti umani, Ahmet Abakay, giornalista, Muslum Gurses, cantante di
    musica araba popolare ed attore, e Yasar Kurt, cantate di musica rock.

    Di carattere maggiormente politico ed istituzionale è stato
    l'intervento dell'Ambasciatore della Repubblica di Armenia in Italia
    il quale ha voluto evidenziare che il fenomeno del negazionismo viene
    inteso come una minaccia da parte dell'Armenia: negando il Genocidio
    Armeno, attraverso la sua politica estera, il Governo della Turchia
    continua a rappresentare una minaccia per lo Stato armeno e palesa
    l'eventualita che un altro genocidio possa ripetersi nuovamente.

    La sfida che deve affrontare Erevan attualmente, secondo quanto
    espresso da Ghazaryan, è data sia dal ricordare a livello
    internazionale una politica sistematica ottomana causante la morte di
    più di un milione di persone e sia dal regolare le proprie relazioni
    internazionali ed i propri rapporti con la Turchia, attore politico
    importante a livello regionale con il quale la disputa è accesa
    proprio in merito al Genocidio Armeno, e di conseguenza con lo stesso
    Azerbaigian, alleato di Ankara impegnato contro l'Armenia per quel che
    concerne la questione del Nagorno-Karabakh rappresentante a sua volta
    una minaccia per la sopravvivenza della nazione e del popolo armeno.

    Al termine dell'incontro di grande interesse è stato il dibattito
    che si è acceso grazie anche all'intervento di Tahir Bora Atatanir,
    rappresentante dell'Ambasciata della Repubblica di Turchia in Italia,
    il quale ha tenuto a precisare le posizioni di Ankara in merito
    al Genocidio Armeno mettendo in discussione il termine genocidio
    applicato a tali eventi e la relativa mancanza di una posizione
    ufficiale internazionale, i numeri delle vittime armene fino a
    quel momento citati ed affermando inoltre che, negli episodi che
    caratterizzarono l'Impero Ottomano a partire dal 1915, entrambe le
    parti, quella armena e quella turca, registrarono delle vittime
    causate dallo scoppio di tensioni e contrasti Occorre ricordare
    che alla fine gennaio il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si
    espresse sul Genocidio Armeno dichiarando che la Turchia è pronta a
    "pagare il prezzo" per l'uccisione in massa degli armeni iniziata nel
    1915 soltanto se una "commissione di storici imparziale", dopo una
    scrupolosa ricerca, arrivera ad ammettere la colpevolezza dell'Impero
    Ottomano in merito a tale crimine.

    Giuliano Bifolchi è analista geopolitico specializzato nel settore
    Sicurezza, Conflitti ed Energia. Laureato in Scienze Storiche presso
    l'Universita Tor Vergata di Roma, ha conseguito un Master in Peace
    Building Management presso l'Universita Pontificia San Bonaventura.

    Email di contatto: [email protected]

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