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Studenti lecchesi alla Casa Armena, lezione di storia e di vita

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  • Studenti lecchesi alla Casa Armena, lezione di storia e di vita

    LeccoNotizie.com, Italia
    29 gen 2015


    Studenti lecchesi alla Casa Armena, lezione di storia e di vita

    di C.Bott.

    LECCO - "Questa settimana noi ragazzi di seconda del Liceo scientifico
    ci siamo recati in visita a Hay Dun, la Casa Armena di Milano, in
    occasione della Giornata della memoria. Rispetto alla Shoah il
    genocidio armeno è sottovalutato, principalmente per ragioni
    politiche. Ed è proprio per questo che, su proposta del nostro
    insegnante di Lettere, abbiamo deciso di approfondire l'argomento".

    Inizia così il resoconto di una giornata che rimarrà impressa a lungo
    negli occhi, nel cuore e nei sentimenti degli studenti del Collegio
    Volta di Lecco, che nel capoluogo lombardo - oltre ad avere conosciuto
    la presidentessa di Casa Armena, Marina Mavian, che ha raccontato loro
    la storia avventurosa e quasi incredibile della sua famiglia,
    miracolosamente scampata ai massacri - hanno anche incontrato il
    professor Aldo Ferrari, armenista dell'Università Ca' Foscari di
    Venezia, esperto di Russia e Caucaso e ricercatore presso l'Istituto
    di politica internazionale.

    Degli armeni si parla poco, compreso sui libri di scuola, e di loro si
    sa qualcosa soltanto del genocidio, mentre pressoché nulla si conosce
    della loro storia millenaria. Così il docente ha ritenuto opportuno
    colmare questa lacuna, offrendo ai ragazzi una panoramica sulla storia
    armena dall'antichità fino all'inizio del '900 e ricordando come
    l'Armenia storica fosse un grande territorio che si estendeva su zone
    ora appartenenti alla Turchia, alla regione del Caucaso e, in parte,
    all'Iran.

    Ferrari ha altresì evidenziato alcune questioni legate alla Chiesa
    armena, appartenente alle Chiese orientali che non hanno accettato il
    Concilio di Calcedonia del 451, per poi affrontare il capitolo dei
    rapporti tra Cristianesimo e Islam, cruciale dal punto di vista
    storico e particolarmente attuale.

    "Quando si parla di Islam - ha detto tra l'altro - vi sono due
    estremi, entrambi da evitare: una visione "nera", che dipinge l'Islam
    come violento, aggressivo e arretrato, e una visione "rosa" secondo
    cui l'Islam è tollerante, aperto e colto. Cosa può dire uno storico?
    Di certo l'Islam prevede che le religioni monoteistiche abbiano
    diritto all'esistenza: aspetto molto importante, soprattutto se
    pensiamo che spesso, nella storia, i cristiani non si sono dimostrati
    altrettanto tolleranti".

    <img class=" wp-image-218491 " alt="Il professor Aldo Ferrari."
    src="http://www.lecconotizie.com/wp-content/uploads/2015/01/Aldo-Ferrari_armeni_genocidio-300x474.jpg?7f5cea"
    width="240" height="379" /> Il professor Aldo Ferrari.

    "Il professor Ferrari - osservano gli studenti lecchesi reduci
    dall'incontro di Milano - ha poi amaramente constatato che, come la
    storia insegna, alla discriminazione ci si abitua, ma non ci si può
    abituare all'insicurezza quotidiana. E' proprio questo fattore, ossia
    la totale mancanza di sicurezza, ad avere spinto molti armeni a
    emigrare, intorno all'XI secolo, sia in Oriente sia in Europa. E come
    gli ebrei sono stati per secoli oggetto di invidie, maldicenze e astio
    sfociati in qualcosa di tremendo, in un male assoluto".

    I primi gravi episodi ai danni degli armeni avvennero nel biennio
    1894-1896. Sono i cosiddetti massacri Hamidiani, dal nome del sultano
    Abdul Hamid II, che causarono 200.000 morti. Questi massacri, per
    quanto terribili, non possono essere chiamati genocidio in assenza del
    decisivo elemento della pianificazione.

    Il genocidio avvenne invece nel 1915. "I Giovani turchi al potere dal
    1908 - osservano gli studenti del "Volta" - avevano notato che Francia
    e Germania erano Paesi forti e abitati da popolazioni etnicamente
    omogenee, mentre l'impero era un vero e proprio mosaico di popoli. La
    loro idea era omogeneizzare lo Stato, un progetto politico
    inevitabilmente criminale. E l'occasione fu offerta loro dallo scoppio
    della prima guerra mondiale".

    A Costantinopoli vivevano 200mila armeni, ma fu uccisa soltanto
    l'élite. La ragione era che lì si trovavano tutte le ambasciate
    straniere, per cui non si poteva fare uno sterminio eccessivo. Per
    primi furono eliminati gli uomini adulti arruolati, fucilati o fatti
    morire di fatica. Donne, vecchi e bambini furono invece deportati,
    destinazione il deserto siriano. Un'intera popolazione fu spazzata
    via. Gli armeni della regione che dagli stessi turchi era chiamata
    Ermenistan sono stati totalmente cancellati e oggi gli armeni in
    Turchia sono 40.000, tutti a Istanbul. Nella vecchia Armenia non ce
    n'è neppure uno.

    "Ci è stato spiegato - concludono gli studenti lecchesi - che il
    genocidio fu criminale, feroce, spietato ma razionale a differenza
    della Shoah, che ha avuto elementi di follia tipicamente nazisti. Al
    termine della splendida lezione siamo tornati alle nostre case con una
    domanda: cosa spinge l'uomo a commettere azioni così atroci e
    "disumane"? Noi possiamo soltanto continuare a studiare il passato, a
    ricordarlo e a lavorare quotidianamente per costruire un mondo
    migliore, in cui a tutti sia riconosciuta la piena dignità di esseri
    umani".


    http://www.lecconotizie.com/attualita/studenti-lecchesi-alla-casa-armena-lezione-di-storia-e-di-vita-218485/

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