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La Santa Sede non abbandonò il popolo armeno nel suo genocidio in Tu

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    Aleteia- Italia
    25 mar 2015

    La Santa Sede non abbandonò il popolo armeno nel suo genocidio in Turchia

    Benedetto XV è stato l'unico governante o leader religioso a
    protestare per il crimine di massa contro gli armeni

    In vista dell'Eucaristia che papa Francesco celebrerà il 24 aprile
    prossimo in commemorazione del "genocidio armeno", assumono grande
    rilevanza ricerche come quella di padre Georges-Henry Ruyssen S.J.,
    che si è immerso negli archivi della Congregazione delle Chiese
    Orientali e ha pubblicato quattro libri approfondendo questa triste
    vicenda, come ha ricordato La Civiltà Cattolica.

    "Genocidio armeno" è la definizione che viene data al massacro di
    persone di origine armena in Turchia da parte dell'Impero Ottomano tra
    il 1915 e il 1923, con il tragico risultato di circa un milione e
    mezzo di morti e di milioni di sfollati di quell'etnia.

    In un'epoca in cui la Chiesa era quasi l'unica entità internazionale a
    prestare assistenza umanitaria, al fianco di una Croce Rossa agli
    inizi della sua attività, l'aiuto che ha offerto al popolo armeno è
    stato inestimabile. La Santa Sede, osserva padre Ruyssen, ha sempre
    informato sugli eventi e non è rimasta passiva, impegnandosi con
    decisione ad affrontare il tema.

    In base alle sue ricerche, la Santa Sede ha mobilitato un flusso
    continuo di aiuti finanziari e di altro genere a favore delle vittime,
    e ha fondato molti orfanotrofi per bambini abbandonati, senza
    distinzione di credo. Le ragazze orfane armene vennero ospitate
    nell'orfanotrofio creato nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

    La Santa Sede intervenne varie volte presso il Governo turco. Cercò di
    fungere da mediatrice presso Djemal Pascià, comandante dell'esercito
    turco un Siria, chiedendo la libertà di 60 armeni condannati a morte
    nel 1917. L'allora Segretario di Stato, il cardinale Pietro Gasparri,
    intervenne presso Mustafà Kemal Pascià nel 1921 chiedendo la
    salvaguardia di vite e beni dei cristiani in Turchia. Abbondano poi i
    messaggi delle varie dipendenze vaticane.

    Si pronunciarono anche i papi, soprattutto Benedetto XV, che inviò due
    lettere personali al sultano Muhammad V Reshad, nel settembre 1915 e
    nel marzo 1918. Il pontefice fu l'unico governante o leader religioso
    a protestare per il crimine di massa perpetrato contro gli armeni.

    L'atteggiamento della Santa Sede fu molto diverso da quello dei
    Governi delle grandi potenze di allora.

    Padre Ruyssen ha infatti sottolineato una graduale passività della
    diplomazia europea, che cercava di preservare a tutti i costi
    l'integrità dell'Impero Ottomano. La Francia aveva grandi investimenti
    nella zona, la Russia non voleva problemi con la Turchia per
    concentrare le sue energie all'Est, la Germania voleva che il
    conflitto tra turchi e greci continuasse e l'Inghilterra aveva
    interessi politici di rilievo in Turchia.

    Nel frattempo, sono morte centinaia di migliaia di persone, molte
    delle quali cristiane.


    [Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
    sources: Gaudium

    http://www.aleteia.org/it/religione/articolo/santa-sede-aiutare-armeni-durante-genocidio-turchia-5806137114886144



    From: Emil Lazarian | Ararat NewsPress
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