Tempi.it, Italia
19 agosto 2013
L'Armenia al Meeting, «storia miracolosa» del primo paese al mondo a
convertirsi al cristianesimo
Leone Grotti
Rimini (dal nostro inviato al Meeting) - L'Armenia è stato il primo
paese a convertirsi e abbracciare ufficialmente il cristianesimo nel
301; il suo popolo è sopravvissuto al genocidio perpetrato dai turchi
a partire dal 1915, che hanno ucciso un milione e mezzo di persone; il
milione di armeni sopravvissuti alla strage che si sono rifiutati di
convertirsi all'islam sono stati costretti a scappare lasciando la
propria casa, dando vita alla diaspora che conta oggi nove milioni di
armeni sparsi per il mondo.
CRISTIANI PERSEGUITATI. Il tema dei cristiani perseguitati avrà un
ruolo centrale quest'anno al Meeting e la mostra `Armenia, culla della
cristianità' mette al centro dell'attenzione la storia di un popolo,
vissuto alle pendici del monte Ararat, dove secondo la Bibbia l'Arca
di Noè approdò dopo il diluvio universale, che ha saputo mantenere la
fede per 1700 anni, nonostante persecuzioni che vanno avanti ancora
oggi: «In Siria c'erano tra i 70 mila e 100 mila armeni tra Aleppo e
Damasco», spiega Antonia Arslan, poetessa e scrittrice armena, tra i
relatori dell'incontro che ieri ha presentato a Rimini la mostra
curata dalla fotografa Graziella Vigo. «Dopo anni di guerra fratricida
queste comunità sono praticamente spazzate via, a testimonianza che la
persecuzione dei cristiani in Medio Oriente non è affatto finita».
STORIA MIRACOLOSA. L'Armenia, Stato rinato 20 anni fa e accerchiato da
Turchia, Georgia, Iran e Azerbaijan, ha una storia unica costellata di
«esempi di fede straordinari e miracoli quasi sconosciuti». Alcuni di
questi sono stati raccontati da Caroline Cox di Queensbury, per 20
anni vicepresidente della Camera dei Lord inglese, che ha «avuto
l'onore di visitare l'Armenia per 79 volte». «Quando l'Azerbaijan
negli anni 90 ha deciso di sradicare e distruggere gli armeni dalla
sua provincia del Nagorno-Karabakh», ha dichiarato davanti a una
platea di 4 mila persone, «ha provato ripetutamente a distruggere una
chiesa del 13mo secolo dedicata a san Giovanni. Ma ogni volta che i
suoi aerei sganciavano le bombe dritto sulla chiesa, queste cambiavano
traiettoria tanto che alla fine l'intera area era stata rasa al suolo
tranne il tempio sacro. Dopo diversi tentativi una sola bomba ha
colpito nel segno ma non è esplosa. Oggi quella chiesa è ancora al suo
posto a testimonianza della gloria di Dio, che protegge il suo popolo
armeno».
CRISTIANESIMO COME CASA. Oggi gli armeni sono 12 milioni, ma solo tre
vivono nella Repubblica armena. Gli altri nove sono divisi
principalmente tra Russia, Stati Uniti, Francia e Italia ma non hanno
perso l'identità trasmessa di generazione in generazione da chi è
scappato dal paese per non tradire la propria fede. Uno di loro è
Joseph Oughourlian, nato in Francia, cofondatore e direttore esecutivo
del fondo di investimenti Amber Capital: «Per me come per gli altri
armeni l'attaccamento alla Chiesa e al cristianesimo è una questione
di identità, non il lusso di una scelta», ha spiegato al pubblico del
Meeting. «Dopo la tragedia del genocidio e della diaspora non abbiamo
più niente in comune tra noi se non l'appartenenza al cristianesimo,
che è il nostro punto di riferimento e la nostra casa». Ma quella
degli armeni non è la storia di un popolo abbattuto e sconfitto, come
affermava alla baronessa inglese l'arcivescovo di Karabakh, «salvatosi
per miracolo», il giorno stesso in cui l'esercito dell'Azerbaijan
aveva distrutto la sua casa con l'ennesima bomba: «La nostra nazione
ha ritrovato la sua fede. Noi non odiamo nessuno, noi crediamo in
Dio».
http://www.tempi.it/meeting-rimini-armenia-storia-genocidio-cristianesimo#.UhrIv8RzZMs
19 agosto 2013
L'Armenia al Meeting, «storia miracolosa» del primo paese al mondo a
convertirsi al cristianesimo
Leone Grotti
Rimini (dal nostro inviato al Meeting) - L'Armenia è stato il primo
paese a convertirsi e abbracciare ufficialmente il cristianesimo nel
301; il suo popolo è sopravvissuto al genocidio perpetrato dai turchi
a partire dal 1915, che hanno ucciso un milione e mezzo di persone; il
milione di armeni sopravvissuti alla strage che si sono rifiutati di
convertirsi all'islam sono stati costretti a scappare lasciando la
propria casa, dando vita alla diaspora che conta oggi nove milioni di
armeni sparsi per il mondo.
CRISTIANI PERSEGUITATI. Il tema dei cristiani perseguitati avrà un
ruolo centrale quest'anno al Meeting e la mostra `Armenia, culla della
cristianità' mette al centro dell'attenzione la storia di un popolo,
vissuto alle pendici del monte Ararat, dove secondo la Bibbia l'Arca
di Noè approdò dopo il diluvio universale, che ha saputo mantenere la
fede per 1700 anni, nonostante persecuzioni che vanno avanti ancora
oggi: «In Siria c'erano tra i 70 mila e 100 mila armeni tra Aleppo e
Damasco», spiega Antonia Arslan, poetessa e scrittrice armena, tra i
relatori dell'incontro che ieri ha presentato a Rimini la mostra
curata dalla fotografa Graziella Vigo. «Dopo anni di guerra fratricida
queste comunità sono praticamente spazzate via, a testimonianza che la
persecuzione dei cristiani in Medio Oriente non è affatto finita».
STORIA MIRACOLOSA. L'Armenia, Stato rinato 20 anni fa e accerchiato da
Turchia, Georgia, Iran e Azerbaijan, ha una storia unica costellata di
«esempi di fede straordinari e miracoli quasi sconosciuti». Alcuni di
questi sono stati raccontati da Caroline Cox di Queensbury, per 20
anni vicepresidente della Camera dei Lord inglese, che ha «avuto
l'onore di visitare l'Armenia per 79 volte». «Quando l'Azerbaijan
negli anni 90 ha deciso di sradicare e distruggere gli armeni dalla
sua provincia del Nagorno-Karabakh», ha dichiarato davanti a una
platea di 4 mila persone, «ha provato ripetutamente a distruggere una
chiesa del 13mo secolo dedicata a san Giovanni. Ma ogni volta che i
suoi aerei sganciavano le bombe dritto sulla chiesa, queste cambiavano
traiettoria tanto che alla fine l'intera area era stata rasa al suolo
tranne il tempio sacro. Dopo diversi tentativi una sola bomba ha
colpito nel segno ma non è esplosa. Oggi quella chiesa è ancora al suo
posto a testimonianza della gloria di Dio, che protegge il suo popolo
armeno».
CRISTIANESIMO COME CASA. Oggi gli armeni sono 12 milioni, ma solo tre
vivono nella Repubblica armena. Gli altri nove sono divisi
principalmente tra Russia, Stati Uniti, Francia e Italia ma non hanno
perso l'identità trasmessa di generazione in generazione da chi è
scappato dal paese per non tradire la propria fede. Uno di loro è
Joseph Oughourlian, nato in Francia, cofondatore e direttore esecutivo
del fondo di investimenti Amber Capital: «Per me come per gli altri
armeni l'attaccamento alla Chiesa e al cristianesimo è una questione
di identità, non il lusso di una scelta», ha spiegato al pubblico del
Meeting. «Dopo la tragedia del genocidio e della diaspora non abbiamo
più niente in comune tra noi se non l'appartenenza al cristianesimo,
che è il nostro punto di riferimento e la nostra casa». Ma quella
degli armeni non è la storia di un popolo abbattuto e sconfitto, come
affermava alla baronessa inglese l'arcivescovo di Karabakh, «salvatosi
per miracolo», il giorno stesso in cui l'esercito dell'Azerbaijan
aveva distrutto la sua casa con l'ennesima bomba: «La nostra nazione
ha ritrovato la sua fede. Noi non odiamo nessuno, noi crediamo in
Dio».
http://www.tempi.it/meeting-rimini-armenia-storia-genocidio-cristianesimo#.UhrIv8RzZMs