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    WakeUpNews
    22 ago 2014


    Vespa Raid to Armenia, da Passo del Goderdzi a Yerevan

    Aggiunto da Redazione il 23/08/2014.

    Vespa Raid to Armenia, il viaggio in Vespa di Marco e Viviana
    attraverso 5 Paesi.

    Alla mattina ci svegliamo presto e scendiamo a fare colazione. A
    tavola troviamo tre italiani che avevamo incontrato durante la strada
    di ieri. Si chiamano Roberto, Sabrina e Margherita e anche loro, come
    noi, sono diretti a Yerevan. Salutiamo tutti e ci prepariamo ad
    affrontare i 15 km rimanenti di sterrato in montagna. Di giorno la
    situazione è maggiormente controllabile rispetto al buio della notte.
    Tuttavia non posso distrarmi neanche un secondo perché le insidie sono
    ovunque. Dopo quarantacinque minuti ci liberiamo di quel dannato
    sterrato e apriamo il gas in direzione della frontiera Georgia -
    Armenia distante centocinquanta chilometri da noi. Gli ultimi trenta
    chilometri della strada georgiana, in direzione della frontiera al
    valico di Bavra, sono pietosi. La strada diventa un colabrodo e, per
    di più, anche molto pericolosa dato che si alternano sterrati
    improvvisi visibili solo all'ultimo momento.

    BORDER - Il valico di confine tra i mezzi è posto in un altipiano
    dove, attorno, ci sono solamente verde e montagne. I doganieri
    georgiani sono lentissimi e, guardando il Piaggio, mi dicono che la
    mia moto è piccola per venire dall'Italia. Dal canto mio, figlio della
    televisione commerciale degli anni ottanta, utilizzo la massima per
    eccellenza del panorama promozionale televisivo (Pennello Cinghiale)
    ribattendo in inglese: "Non ci vuole una moto grande ma una grande
    moto, Piaggio!". Chissà cosa avrà capito. Ci controllano i documenti e
    ci fanno ripartire direzione frontiera armena. Dopo due chilometri
    nella "terra di nessuno" (anche la strada, che presentava crateri da
    bombardamento israeliano), arriviamo alla frontiera armena. Qui
    veniamo controllati scrupolosamente e, solo dopo venti minuti di
    attesa, alzano la sbarra per farci entrare nel loro Paese.

    ARMENISTAN - Ci siamo. Ci siamo riusciti ad arrivare in Armenia dopo
    tutte le sfighe capitate nei giorni scorsi. I primi quaranta
    chilometri di strada per Yerevan sono messi male ma, al contempo, lo
    spettacolo è unico. Si passa dalla "verde Georgia" alla "gialla"
    Armenia fatta di ampi spazi aperti, strade che corrono nel nulla per
    chilometri, paesini minuscoli, montagne imponenti e caldo importante.

    Ci fermiamo a mangiare un kebap a Gyhmo dove incontriamo un Georgiano
    tifoso del Milan che mi dice tutta la formazione vincitrice della
    Champions League del 2003. Dopo aver salutato il nostro amico
    panettiere ripartiamo con destinazione finale Yerevan.

    LEILA, IL POPOLO ARMENO - Ad ottanta chilometri da Yerevan ci fermiamo
    nel paesino di Aragats per bere qualcosa. Entriamo al primo
    mini-market trovato sulla strada. Sulla porta di ingresso ci aspetta
    una signora con una nipotina. Ci parla in russo e ci chiede da dove
    veniamo. Mentre Viviana prende da bere rimango a parlare con questa
    signora che, mi dice, si chiama Leila mentre la bambina è sua nipote.
    Intanto entra in scena Thomas, un ragazzo del paesino che nel
    frattempo aveva parcheggiato il furgone e stava salendo le scale per
    entrare nell'esercizio commerciale. Comprendo che Leila inizia a
    raccontargli che siamo partiti dall'Italia direzione Yerevan ma Thomas
    è di fretta. Dopo due minuti esce fuori con due bottiglie di succo
    alla mela per noi, offerte da lui. Rimaniamo stupiti da tanta
    gentilezza. Ci riprendiamo, salutiamo tutti con il classico "Spaziba"
    che fa sempre la sua porca figura e riprendiamo la strada per Yerevan.

    Piazza della Repubblica -Yerevan

    YEREVAN - Gli ultimi cinque chilometri di strada permettono, a
    chiunque arrivi in città dal Nord, di vedere Yerevan adagiata davanti
    ai propri occhi distesa come una donna sopra un letto. Entrati in
    città notiamo subito come, il cappello dei militari, sia identico a
    quelli di Mosca come taglio. La prima impressione mentre ci dirigiamo
    in centro è quella di una città ordinata, pulita e regolare nonostante
    il traffico intenso. Sono presenti ampi boulevard e, molte statue in
    granito, ricordano le gesta del popolo armeno. Gli edifici sono
    moderni e si amalgamano perfettamente con quelli di epoca meno
    recente. Finalmente arriviamo a "Piazza della Repubblica", il cuore
    della capitale. Straordinaria, a forma circolare, viene rinchiusa dai
    palazzi più belli della città (sede del governo e affari esteri
    dell'Armenia) e altri palazzi di cui ignoro la funzione. Nel centro,
    dove una volta c'era la statua di Lenin con il dito indice puntando in
    avanti, si trova una favolosa fontana. Notiamo subito che, nonostante
    la propria identità, Yerevan mantiene dei forti punti in comune con
    Mosca. Ad esempio l'orologio sulla piazza utilizza lo stesso motivo di
    quello del Cremlino ogni volta che scocca l'ora. Comunque siamo
    stravolti ma pienamente soddisfatti della nostra destinazione.
    Prendiamo il Piaggio e ci parcheggiamo al Marriot Armenja Hotel nella
    piazza, penso che sia proprio meritato.

    YEREVAN BY NIGHT - Dopo essere tornati alla civiltà, siamo usciti a
    vedere Yerevan di sera. Nella piazza della Repubblica ci sono
    tantissime persone ad assistere i giochi d'acqua con la musica
    classica. La città è illuminata sapientemente a giorno, attraversiamo
    le vie laterale e vediamo una città del tutto europea nel pieno
    Caucaso. Inoltre, sono presenti numerosi cantieri con progetti audaci.
    Dopo un'ora e mezza di godimento della splendida città attraverso
    piazze gremite di vita, parchi rilassanti e attrazioni culturali,
    ritorniamo al Marriot. Siamo stesi. Yerevan non è la fine del Vespa
    Raid to Armenia, bisogna tornare a casa (distante quattromila
    chilometri) sulle proprie ruote con un Piaggio "incerottato". Domani
    ci tenteremo, come sempre abbiamo fatto.

    Marco D'Agostino

    http://www.wakeupnews.eu/viaggio-vespa-raid-to-armenia-passo-del-goderdzi-yerevan/




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