Internazionale, Italia
24 aprile 2014
Le scuse di ErdoÄ?an non convincono gli armeni
24 aprile 2014
Le celebrazioni dell'anniversario del genocidio a Erevan, in Armenia,
il 24 aprile 2014. (Karen Minasyan, Afp)
Il 23 aprile il premier turco Recep Tayyip ErdoÄ?an ha offerto le sue
condoglianze per il massacro degli armeni da parte dell'impero
Ottomano durante la prima guerra mondiale. Il comunicato, tradotto in
nove lingue incluso l'armeno e diffuso alla vigilia del 99esimo
anniversario dell'inizio dei massacri e delle deportazioni,
tradizionalmente fissato al 24 aprile 1915, è considerato il passo più
significativo compiuto da un leader turco sull'argomento.
Il presidente armeno Serž Sargsjan e molti esponenti della diaspora
armena hanno però condannato il comunicato di ErdoÄ?an perché continua
a evitare di usare il termine genocidio, utilizzando invece
l'espressione `gli eventi del 2015' che il governo turco ha adottato
con una circolare del 2007. Sargsyan ha anche promesso che le
celebrazioni del centenario del genocidio nel 2015 serviranno a dare
un `messaggio forte' alla Turchia.
Lo sterminio e la deportazione di massa della popolazione cristiana
dell'Armenia occidentale erano stati decisi dall'impero Ottomano agli
inizi della prima guerra mondiale in seguito alle sconfitte subite per
opera dell'esercito russo, in cui militavano anche battaglioni di
volontari armeni. A partire dall'inizio del 1915 gli armeni maschi in
età da servizio militare erano stati concentrati in `battaglioni di
lavoro' e poi giustiziati in massa, mentre il resto della popolazione
era stato deportato verso la regione di Deir ez Zor in Siria con delle
`marce della morte' attraverso le montagne e il deserto. Secondo gli
armeni le vittime complessive furono circa un milione e mezzo.
Una mappa del 1965 del genocidio (clicca per ingrandire):
(fonte: The Armenian Genocide Museum-Institute)
Molti storici ritengono che quello degli armeni sia stato il primo
genocidio moderno. Secondo Raphael Lemkin, che ha coniato il termine
nel 1944, si è trattato del primo episodio in cui uno stato ha
pianificato ed eseguito sistematicamente lo sterminio di un popolo. La
Turchia però non ha mai accettato la definizione di genocidio,
sostenendo che le atrocità compiute dall'impero Ottomano erano una
risposta all'insurrezione degli armeni e alla necessità di difendere
le frontiere, e sottolineando che anche migliaia di turchi erano morti
nel conflitto.
La questione del riconoscimento del genocidio è esplosa nel 1965 in
occasione del cinquantesimo anniversario dei massacri, quando in
Armenia e a Beirut si svolsero grandi manifestazioni. Il governo turco
ha sempre risposto sottolineando le responsabilità degli armeni. Nel
1993 la crisi tra Ankara ed Erevan è stata aggravata dal conflitto del
Nagorno-Karabakh tra l'Armenia e l'Azerbaijan, un paese di lingua ed
etnia turca. Da allora le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono
interrotte e le frontiere sono chiuse.
L'avvento al potere in Turchia nel 2003 del partito islamico Akp, che
aveva provocato una profonda rottura con i precedenti governi
nazionalisti, aveva fatto sperare in un riavvicinamento tra i due
paesi, nonostante l'omicidio del giornalista turco-armeno Hrant Dink,
che si era battuto per il riconoscimento del genocidio, da parte di un
nazionalista nel 1997.
Nel 2009 i due paesi avevano avviato una trattativa per la
normalizzazione dei rapporti, ma il processo si era presto arenato a
causa della questione del genocidio e del mancato accordo tra Armenia
e Azerbaijan sul Nagorno-Karabakh. Nel 2013 il procuratore generale
armeno ha dichiarato che l'Armenia potrebbe avviare un'azione legale
per ottenere dalla Turchia restituzione delle terre che erano
appartenute alle vittime del genocidio.
Negli ultimi mesi la comunità armena ha accusato la Turchia di
sostenere i ribelli islamisti che hanno attaccato alcuni villaggi a
maggioranza armena nel nord della Siria, provocando la fuga di
migliaia di persone per paura di persecuzioni religiose.
Secondo alcuni osservatori, le condoglianze di ErdoÄ?an sono
soprattutto un tentativo di recuperare una parte del consenso
internazionale perso negli ultimi mesi a causa della repressione delle
proteste di piazza Taksim a Istanbul e delle accuse di corruzione e
autoritarismo. Per altri invece si tratta di una continuazione degli
sforzi dell'Akp per rompere con il passato nazionalista che hanno
portato anche a una ripresa dei negoziati di pace con i curdi.
I paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono 23, tra
cui l'Italia, mentre in altri è riconosciuto solo da singoli enti o
amministrazioni. Molti altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e Israele,
continuano a non usare il termine genocidio per timore di una crisi
nei rapporti con la Turchia. Barack Obama si era espresso in favore
del riconoscimento prima di diventare presidente degli Stati Uniti, ma
pur promuovendo la pacificazione tra Turchia e Armenia ha evitato di
usare il termine da quando è arrivato al potere.
Riconoscimento ufficiale (in verde scuro) e parziale del genocidio armeno:
http://www.internazionale.it/news/turchia/2014/04/24/le-scuse-di-erdogan-non-convincono-gli-armeni/
24 aprile 2014
Le scuse di ErdoÄ?an non convincono gli armeni
24 aprile 2014
Le celebrazioni dell'anniversario del genocidio a Erevan, in Armenia,
il 24 aprile 2014. (Karen Minasyan, Afp)
Il 23 aprile il premier turco Recep Tayyip ErdoÄ?an ha offerto le sue
condoglianze per il massacro degli armeni da parte dell'impero
Ottomano durante la prima guerra mondiale. Il comunicato, tradotto in
nove lingue incluso l'armeno e diffuso alla vigilia del 99esimo
anniversario dell'inizio dei massacri e delle deportazioni,
tradizionalmente fissato al 24 aprile 1915, è considerato il passo più
significativo compiuto da un leader turco sull'argomento.
Il presidente armeno Serž Sargsjan e molti esponenti della diaspora
armena hanno però condannato il comunicato di ErdoÄ?an perché continua
a evitare di usare il termine genocidio, utilizzando invece
l'espressione `gli eventi del 2015' che il governo turco ha adottato
con una circolare del 2007. Sargsyan ha anche promesso che le
celebrazioni del centenario del genocidio nel 2015 serviranno a dare
un `messaggio forte' alla Turchia.
Lo sterminio e la deportazione di massa della popolazione cristiana
dell'Armenia occidentale erano stati decisi dall'impero Ottomano agli
inizi della prima guerra mondiale in seguito alle sconfitte subite per
opera dell'esercito russo, in cui militavano anche battaglioni di
volontari armeni. A partire dall'inizio del 1915 gli armeni maschi in
età da servizio militare erano stati concentrati in `battaglioni di
lavoro' e poi giustiziati in massa, mentre il resto della popolazione
era stato deportato verso la regione di Deir ez Zor in Siria con delle
`marce della morte' attraverso le montagne e il deserto. Secondo gli
armeni le vittime complessive furono circa un milione e mezzo.
Una mappa del 1965 del genocidio (clicca per ingrandire):
(fonte: The Armenian Genocide Museum-Institute)
Molti storici ritengono che quello degli armeni sia stato il primo
genocidio moderno. Secondo Raphael Lemkin, che ha coniato il termine
nel 1944, si è trattato del primo episodio in cui uno stato ha
pianificato ed eseguito sistematicamente lo sterminio di un popolo. La
Turchia però non ha mai accettato la definizione di genocidio,
sostenendo che le atrocità compiute dall'impero Ottomano erano una
risposta all'insurrezione degli armeni e alla necessità di difendere
le frontiere, e sottolineando che anche migliaia di turchi erano morti
nel conflitto.
La questione del riconoscimento del genocidio è esplosa nel 1965 in
occasione del cinquantesimo anniversario dei massacri, quando in
Armenia e a Beirut si svolsero grandi manifestazioni. Il governo turco
ha sempre risposto sottolineando le responsabilità degli armeni. Nel
1993 la crisi tra Ankara ed Erevan è stata aggravata dal conflitto del
Nagorno-Karabakh tra l'Armenia e l'Azerbaijan, un paese di lingua ed
etnia turca. Da allora le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono
interrotte e le frontiere sono chiuse.
L'avvento al potere in Turchia nel 2003 del partito islamico Akp, che
aveva provocato una profonda rottura con i precedenti governi
nazionalisti, aveva fatto sperare in un riavvicinamento tra i due
paesi, nonostante l'omicidio del giornalista turco-armeno Hrant Dink,
che si era battuto per il riconoscimento del genocidio, da parte di un
nazionalista nel 1997.
Nel 2009 i due paesi avevano avviato una trattativa per la
normalizzazione dei rapporti, ma il processo si era presto arenato a
causa della questione del genocidio e del mancato accordo tra Armenia
e Azerbaijan sul Nagorno-Karabakh. Nel 2013 il procuratore generale
armeno ha dichiarato che l'Armenia potrebbe avviare un'azione legale
per ottenere dalla Turchia restituzione delle terre che erano
appartenute alle vittime del genocidio.
Negli ultimi mesi la comunità armena ha accusato la Turchia di
sostenere i ribelli islamisti che hanno attaccato alcuni villaggi a
maggioranza armena nel nord della Siria, provocando la fuga di
migliaia di persone per paura di persecuzioni religiose.
Secondo alcuni osservatori, le condoglianze di ErdoÄ?an sono
soprattutto un tentativo di recuperare una parte del consenso
internazionale perso negli ultimi mesi a causa della repressione delle
proteste di piazza Taksim a Istanbul e delle accuse di corruzione e
autoritarismo. Per altri invece si tratta di una continuazione degli
sforzi dell'Akp per rompere con il passato nazionalista che hanno
portato anche a una ripresa dei negoziati di pace con i curdi.
I paesi che riconoscono ufficialmente il genocidio armeno sono 23, tra
cui l'Italia, mentre in altri è riconosciuto solo da singoli enti o
amministrazioni. Molti altri paesi, tra cui gli Stati Uniti e Israele,
continuano a non usare il termine genocidio per timore di una crisi
nei rapporti con la Turchia. Barack Obama si era espresso in favore
del riconoscimento prima di diventare presidente degli Stati Uniti, ma
pur promuovendo la pacificazione tra Turchia e Armenia ha evitato di
usare il termine da quando è arrivato al potere.
Riconoscimento ufficiale (in verde scuro) e parziale del genocidio armeno:
http://www.internazionale.it/news/turchia/2014/04/24/le-scuse-di-erdogan-non-convincono-gli-armeni/